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Gela non lascia Caltanissetta: al referendum vince l'astensionismo

GELA. Gela rimarrà con il Libero Consorzio di Caltanissetta. Si è infatti fermata al 36,14 per cento la percentuale dei votanti al referendum confermativo che avrebbe permesso al Comune di Gela di divorziare definitivamente da Caltanissetta e di transitare al Libero Consorzio di Catania. Nei 71 seggi istituiti, hanno votato 23.725 elettori, una percentuale insufficiente per far si che la consultazione popolare fosse valida. Per far sì che Gela abbandonasse Caltanissetta, era necessario raggiungere il quorum. Si sarebbero dovuti recare alle urne minimo 33.823 elettori, non uno in meno, cioè il 50 per cento più uno gli aventi diritto al voto. Nel primo Comune siciliano nel quale si è votato per cambiare ambito territoriale, il referendum si è dunque rivelato un flop.


A vincere è stato l’astensionismo. In realtà, sin dalle prime proiezioni si era temuto il peggio, così come è successo. Alle 12, avevano votato l’8,22 per cento degli aventi diritto al voto, pari a 5.398 elettori. Alle 18, la percentuale ha toccato il 19,29 per cento pari a 12.666 elettori. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, sulla consultazione popolare, ha preferito mantenere un atteggiamento super-partes.   Un’occasione persa per il Comitato per lo Sviluppo dell’area gelese, che racchiude 45 associazioni del territorio e che dopo aver aspirato per anni a far sì che Gela diventasse provincia, dopo l’abolizione delle province, ha iniziato un’altra battaglia per far sì che Gela diventasse capofila di un Libero Consorzio. Gela attendeva questo momento da 196 anni ma la città ha dimostrato di essere spaccata.

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