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Serradifalco, scontro sul bilancio di previsione

La replica del sindaco Dacquì: «Il commissario ad acta ha atteso che il quorum strutturale del consiglio fosse ricostituito»

SERRADIFALCO. «La notizia dell’approvazione del bilancio di previsione 2013, da parte del commissario ad acta Nicolò Lauricella», lascia “letteralmente allibito” Michele Territo. Per una serie di motivi. Innanzitutto perché, secondo l’ex sindaco ed ex presidente del consiglio, sarebbe stato adottato “un atto palesemente illegittimo”. Per Territo, infatti, “prima di procedere lui all’approvazione del bilancio, il commissario avrebbe dovuto diffidare a farlo il consiglio comunale, se non ancora decaduto, oppure il commissario straordinario che lo sostituirà, quando sarà arrivato”. Il riferimento di Territo è al fatto che il consiglio comunale, dopo le dimissioni di molti suoi membri, è rimasto composto di meno della metà degli assegnati. Tanto che il segretario comunale il 29 aprile scorso ne ha comunicato la decadenza alla Regione. Senza che quest’ultima, però, abbia sino a oggi badato a nominare il commissario straordinario che dovrà fare le veci del consiglio sino alle prossime elezioni, nella primavera 2015. Secondo Territo, poi, “approvare un bilancio di previsione a metà dell’anno successivo è già un evento inconsueto e privo di ogni logica, ma vederlo approvare con il parere “non favorevole” del collegio dei revisori da un organo (il commissario), che si è attribuito una competenza che non ha, è un fatto di una assurdità inaudita”. Facendo riferimento al fatto che il commissario straordinario era stato nominato già a metà gennaio scorso, Territo afferma di non capire, “perché, se aveva questa competenza, ha aspettato tutto questo tempo per esercitarla”. Per non dire che, sempre secondo l’ex sindaco, non si capirebbe nemmeno “quale norma o atto lo abbia autorizzato ad agire in questo modo”. Chiede quindi Territo: «È questa la legalità che, attraverso i suoi solerti e competenti funzionari, l’assessorato regionale garantisce ai cittadini»? Pronta la replica del sindaco Giuseppe Maria Dacquì: «Il commissario ad acta, che ha il preciso compito di approvare il bilancio, ha atteso che il quorum strutturale del consiglio comunale fosse ricostituito. Altrimenti non avrebbe potuto diffidarlo. Sennonché è accaduto che dopo la ricostituzione del quorum, nelle more che il commissario provvedesse a diffidarlo, questo è stato interessato dalla decadenza. Circostanza che si verifica automaticamente al venir meno del 50 per cento dei membri. Il decreto regionale con cui è dichiarata la decadenza, infatti, ha natura dichiarativa e non costitutiva. Il parere dei revisori dei conti, poi, non è vincolante e il commissario ad acta mai avrebbe potuto diffidare il commissario straordinario. Territo è tra quelli che tanto si sono compiaciuti della mancata adozione del bilancio, dovuto prima al notevole ritardo con cui è stato espresso e poi al parere poco ortodosso dei revisori. Non può, però, fare riflessioni improprie e sbagliate su un funzionario regionale che certamente non fa politica come lui».

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