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San Cataldo, emergenza al rifugio per i cani. I volontari: "Non abbiamo mezzi"

SAN CATALDO. I continui ritrovamenti di cuccioli sparsi per il territorio sancataldese, hanno costretto i volontari della Lida, guidati dal presidente Fabio Calì, ad affittare un appezzamento di terreno, con un casale, alla circonvallazione, dove ricoverare 50 cani adulti. I cuccioli invece sono ricoverati nel rifugio «storico», affidato dal Comune alla Lida qualche anno fa. Tra cani adulti e piccolini, al momento i volontari dell’associazione gestiscono 77 randagi, senza il minimo aiuto da parte delle istituzioni. Durante le festività pasquali, davanti ad un noto supermercato cittadino, i volontari hanno ritrovato un cucciolo di breton di pochi mesi di vita, un cane solitamente impiegato per la caccia, depositato all’interno di una scatola. L’animale denutrito, presentava una cornea perforata ed era infestato da zecche. Calì, insieme ai volontari Lida, lo hanno preso e fatto curare da un veterinario e adesso la bestiola si sta riprendendo grazie alle amorevoli cure riseravetele al rifugio. A Santa Fara in una scatola scura, sono stati ritrovati tre gattini appena nati, dei quali uno era morto di stenti e di freddo, gli altri due sono stati presi dai volontari e ricoverati al caldo. Una situazione «spinosa», che vede i volontari dell’associazione animalista soccorrere gli animali con pochi mezzi a loro disposizione e solo la buona volontà dalla loro parte che li vede impegnati in prima linea nel salvataggio dei cagnolini. «Cerchiamo di fare del nostro meglio - dichiara il presidente della Lida sancataldese, Calì - abbiamo affittato spendendo del danaro di tasca nostra un appezzamento di terreno con un casale per ricoverare ben 50 cani adulti che non potevano stare insieme ai cuccioli al rifugio principale. Adesso siamo con circa 30 cuccioli e 50 cani adulti da gestire, senza nessun aiuto da parte delle istituzioni. Chiediamo ai cittadini quando vedono un cane per strada di contattare la polizia municipale perché è il Comune responsabile per i randagi che si trovano in città, infatti la legge obbliga il Comune a ricoverare i randagi al canile convenzionato, noi siamo solo dei volontari». G.D.

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