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Caltanissetta, truffa all’Inail: primario dal pm

CALTANISSETTA. Va in procura e si difende l’ex primario di ortopedia indagato, insieme all’allora dirigente medico del «Sant’Elia», per truffa aggravata in concorso ai danni della stessa azienda ospedaliera e dell’Inail.

Il settantenne Giuseppe Zanda (assistito dagli avvocati Michele Ambra e Michele Lupo) è accusato di avere redatto una certificazione in cui falsamente sarebbe stato attestato che l’allora dirigente sanitario dell’azienda ospedaliera, il sessantaseienne Giacomo Cannata (assistito dall'avocato Giuseppe Panepinto) si sarebbe punto con una siringa infetta. ”Contaminata” da un paziente affetto da epatite cronica virale. E da allora - era il lontano 11 marzo del 1999 - il dirigente sanitario del nosocomio ha percepito una rendita vitalizia da parte dell’Inail. Mentre lo stesso ente di appartenenza lo ha indennizzato.
Ma nelle scorse ore l’ex primario di ortopedia, Zanda, con al suo fianco l’avvocato Ambra, s’è presentato al cospetto del sostituto procuratore Giovanni Di Leo per chiarire la sua posizione. E s’è tirato fuori dal presunto scandalo. «Ho redatto quella certificazione nel 2001 - ha spiegato al magistrato - sulla base della cartella medica del paziente».

Ma scoppia una sorta di giallo proprio su questo specifico aspetto. Già, perché nel fascicolo della procura non v’è traccia dell’esame dei markers dell’epatite C, sulla cui base l’ortopedico avrebbe stilato quell’attestazione di contagio ritenuta, dall’accusa, frutto di compiacenza. Sì, perché quella siringa con cui Cannata si sarebbe punto durante un’ispezione in sala operatoria, sarebbe stata infettata da un paziente affetto da «Hcv». Ma per la Procura, che ha pure interrogato l’ammalato, questi è «risultato, al contrario, immune dalla patologia». È questa la tesi della stessa magistratura. E lo stesso paziente, già sentito dal pm Di Leo, ha asserito di essere sano. Sconfessando, quindi, la teoria alla base dell’incidente.

Zanda non era presente al momento dell’ispezione in una sala operatoria effettuata dallo stesso Cannata insieme a due suoi assistenti. E in quella circostanza si sarebbe registrato l’incidente. In un secondo momento il primario di ortopedia ha stilato la certificazione ”incriminata”.

La contestazione mossa ai due professionisti dalla magistratura parte dal marzo di quindici anni fa. Giorno in cui sarebbe avvenuto l’infortunio. Con quel presunto contagio in sala operatoria durante l’attività ispettiva. Da qui, poi, risarcimento e indennità per il dirigente. Ma la vicenda, diversi anni dopo, è finita al centro di un’indagine. E adesso la procura, nel chiudere l’inchiesta a carico di ex primario e dirigente sanitario, ha contestato ad entrambi l’ipotesi di truffa aggravata in concorso.

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