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Gela, la Raffineria chiede la ripresa della produzione

GELA. Magistratura e vertici della Raffineria avrebbero condiviso l’avvio di un percorso per intervenire nell’area interessata da un incendio il 15 marzo scorso. Si tratta dell’area tubazioni di collegamento degli impianti topping1 e coking1. Il management della fabbrica di contrada Piana del Signore, retto dal presidente Claudio Zacchigna e dall'amministratore Bernardo Casa, ha formalizzato una richiesta con la quale chiede di potere eseguire i lavori necessari al ripristino delle tubazioni danneggiate dalle fiamme. «Aspettiamo il dà farsi – commenta Bernardo Casa, amministratore delegato di Raffineria Gela – Confidiamo nell’operato della magistratura con la quale abbiamo avuto un incontro e condiviso un percorso di intervento. La nostra richiesta è di potere avviare tutti gli interventi necessari a ripristinare l’area danneggiata». La strategia consentirebbe di accelerare l’iter organizzativo in vista del dissequestro ordinato dalla magistratura immediatamente dopo l’incendio, mirato a verificare eventuali responsabilità. La Raffineria era stata costretta a ordinare un fermo tecnico della produzione, pur confermando l’investimento di 700 milioni di euro. Il procuratore Lucia Lotti, negli scorsi giorni, con un comunicato stampa, aveva assicurato che dal giorno dell’evento «gli accertamenti si susseguono ininterrottamente, al fine di accertare, con scrupolo e tempestività, quanto avvenuto e le cause che hanno causato l’incendio. Lo scopo del sequestro penale – precisa il procuratore - è quello di garantire la prova dei fatti e non inibisce affatto interventi e lavori di natura tecnica sugli impianti che si rendano necessari per fondate ragioni. Sono in corso verifiche pur in pendenza di sequestro, effettuate in contraddittorio tra tutte le parti anche allo scopo di individuare e realizzare gli interventi indispensabili per garantire l’utilizzo in sicurezza degli impianti».
«La Cgil esprime fiducia nell’operato della procura – spiega il segretario della Camera del lavoro, Ignazio Giudice – con l’augurio che alla procura si dia meno lavoro derivante da incidenti industriali che arrecano o possono creare danno all’ambiente, paura alle popolazioni, rischio alla sicurezza dei lavoratori, e costi alla società Raffineria di Gela. Intendiamo contribuire ad elevare il dibattito e in particolare ad evitare che la discussione cittadina si concentri su aspetti tecnici che nulla hanno a che fare con il ruolo del sindacato dei lavoratori la cui controparte contrattuale è e rimane la Raffineria di Gela che se parla di accelerazione di autorizzazioni per consentire agli investimenti concordati di veder vita ed essere avviati troverà il sindacato attento affinchè la politica e la burocrazia non perdano tempo. se invece a ogni intervento legittimo della magistratura la raffineria fa uscire dalla porta il fantasma della chiusura del sito, di certo non può trovarsi il sindacato dei lavoratori e con essi gli interessi della città pronto ad assecondare temi che nulla c’entrano con l’incendio di un impianto di certo causato da mille fattori tranne che da qualche cittadino impazzito».

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