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Nuovo attentato incendiario nella notte a Caltanissetta, nel mirino la motoape di un disoccupato

CALTANISSETTA. Nuovo attentato incendiario nella notte. Ancora fuoco. Ed è il quarto raid nell’arco di un mese. Questa volta i piromani hanno colpito in via Pio La Torre, nel cuore del rione Stazzone. Lì, alle dieci e mezzo di sera, è stato preso di mira il furgone di un disoccupato. Finito pesantemente nel mirino degli attentatori.
A farne le spese è stato un cinquantenne, G.V., che solo parecchio tempo addietro avrebbe avuto una piccola grana. Ma roba di poco conto e, soprattutto, acqua passata. Che nulla ha a che vedere con l’episodio di cui è stato bersaglio l’altra notte.
Gli attentatori hanno colpito a tarda sera ma non in piena notte come, più comunemente, accade. Tuttavia nessuno avrebbe visto nulla. Anche se per mettere a segno l’azione un po’ di tempo è stato perso. Perché prima la motoape Piaggio è stata cosparsa di benzina. Giusto per avere la certezza che il gesto non andasse a vuoto. Una sorta di ”precauzione” per evitare il fallimento. E in effetti l’obiettivo è stato raggiunto. Sì, perché alimentato dalla benzina l’incendio s’è sviluppato in tempi rapidissimi. Tant’è che nonostante l’intervento immediato di carabinieri e vigili del fuoco, del furgone è rimasto veramente ben poco. Le fiamme hanno divorato tutto lasciando, alla fine, un desolante cumulo di lamiere fumanti e nulla più.
L’obiettivo, verosimilmente, era quello di distruggere il mezzo e così è stato. Le intenzioni le confermerebbero le modalità operative con cui l’autore della spedizione ha agito. Avendo cura che nulla potesse sottrarsi al fuoco. E la missione, sotto questo punto di vista, è andata perfettamente in porto.
Della motoape non è rimasto che lo scheletro metallico. L’intervento dei pompieri, peraltro, ha evitato che il rogo potesse propagarsi ad altro. Limitando, sotto questo aspetto, il potenziale bilancio. Ma la conta dei danni, alla fine, è stata ad ogni modo pesante.
Lo stesso disoccupato è stato sentito nella notte dai carabinieri del Norm della compagnia, diretta dal capitano Domenico Dente. Ma nulla è emerso in relazione al possibile movente e, ancora meno, sugli ipotetici autori. L’unica certezza è la matrice: dolosa. Aldilà dell’analisi tecnica lo ha dimostrato la bottiglia di plastica, con ancora benzina dentro, trovata a pochi passi dalla motoape.
L’incendio allo «Stazzone» è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una scia messa a segno in queste ultime settimane. Quando nel mirino sono finite, in piazza Trento, le automobili - una Fiat Cinquecento e una Nissan Qashqai - di un commerciante e della moglie. Poi, in vicolo Medina, nel quartiere San Domenico, la Jaguar di un operaio. E, adesso, l’attentato in via La Torre. Tutti episodi al vaglio delle forze dell’ordine.

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