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Commercio, 2013 da dimenticare nel Nisseno e Federmoda lancia un appello

CALTANISSETTA. L’anno 2013 è “finalmente” volato via, e lascia spazio ad un 2014 che potrà essere veramente importante per il prosieguo delle attività commerciali nel settore abbigliamento della nostra Provincia». È quanto afferma la segreteria della Federazione Moda Italia provinciale, guidata dal presidente Angelo Pio Cammalleri che traccia il bilancio di questo anno appena trascorso. Un saldo, considerato negativo. «Negativo non solo in termini di vendite o di appeal del settore - si afferma -, ma negativo per tutta una serie di problematiche che hanno appesantito notevolmente il carico di responsabilità, già notevole, che gravano sull’imprenditore. Rapporto con le banche sempre più impari, e sempre più a discapito dell’azienda: costo dei mutui e dei finanziamenti al limite delle modalità e dei tassi consentiti, per quei pochi “fortunati” che riescono ad accedere visto la totale mancanza di accesso al credito che vige da qualche anno a questa parte. Rapporto con lo Stato sempre più logoro, a causa degli adempimenti sempre più pressanti, onerosi a fronte di un servizio non reso. La mancanza di tutela degli esercizi di vicinato da parte dell’amministrazione regionale e comunale, favorendo forme di vendite alternative: negozi Outlet di piccole, medie e grandi dimensioni - strutture che ad oggi, a livello regionale, non sono ancora regolamentati lasciando il libero arbitrio nell’applicazione di scontistiche fuori legge, venendo meno alle normative regionali vigenti per gli esercizi di vicinato). Negozi di matrice Cinese, di cui già la nostra Federazione si è occupata incentivando i controlli delle forze militari competenti, e che hanno portato qualche risultato che fa ben sperare».
La segreteria Federmoda continua: «Tra le cose più importanti da non tralasciare, annotiamo la mancanza di appeal della città di Caltanissetta nei confronti degli stessi cittadini e della provincia tutta: una città che ha avuto negli anni amministratori, di qualsiasi “bandiera”, che hanno avuto pochissima considerazione del fiorire della nostra città, dando priorità a progettualità che non riscontravano la priorità della popolazione e della città stessa. Entrare nello specifico delle varie amministrazioni succedutesi non avrebbe senso, poiché lo stato catatonico in cui la città e il commercio versa, parlano da soli. A pochi chilometri da Caltanissetta è stato creato un centro commerciale, che rappresenta ciò che una città come Caltanissetta dovrebbe essere e dovrebbe offrire: e non ci riferiamo assolutamente alla qualità del prodotto e servizio offerto all’interno dei punti vendita, perché, con un pizzico di presunzione, possiamo sicuramente affermare che, all’interno dei punti vendita del settore moda nella provincia di Caltanissetta, si trova una vasta scelta in termini di brands nazionali ed internazionali al pari delle boutiques delle più grandi città di Italia, in termini di offerta di prodotto a tutti i livelli, in termini di servizio e anche in termini di prezzi competitivi e vantaggiosi. Ma ci riferiamo all’illuminazione delle strade e dei parcheggi, all’abbellimento e pulizia delle strade, dei palazzi, all’organizzazione di manifestazioni continue, di livello e soprattutto che diano entusiasmo. Non è assolutamente plausibile pensare che la massima espressione delle attività di intrattenimento, sia l’organizzazione del Natale, che avviene grazie al contributo economico e non solo, delle attività commerciali, come se offrire il servizio alla clientela e quindi alla città non sia già abbastanza».
Federmoda lancia anche un appello. «Cosa ci si aspetta dal 2014? Che ci sia un po’ più di rispetto per la nostra città. Che chi amministra e amministrerà la nostra città e la nostra provincia, abbia veramente a cuore le sorti di questa città, abbia soprattutto una visione di lungo periodo di sviluppo reale di tutte le economie della stessa. La Federazione Moda Italia di Caltanissetta sarà pronta, come ha sempre fatto, ad essere accanto a chi dimostrerà di aver compreso che se questa città non cambia rotta, perderà quel poco che è rimasto, e quel poco sono le piccole e medie imprese che sorreggono l’economia locale e l’appeal della città. Ma non possono rimanere sole ed isolate, hanno bisogno di sostegno».

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