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Niente incentivi, demolizioni di auto in calo a Gela: «La situazione rischia di precipitare»

GELA. Con un calo del 62 percento, sono state appena 596 le autovetture demolite in città lo scorso anno. Complessivamente, nel 2013, i veicoli rottamati sono stati 742 dei quali 146 motocicli. Sono 178, invece, le autovetture demolite per essere state incendiate, mentre tra i 130 veicoli censiti abbandonati all’interno del perimetro urbano, appena 20 sono stati recuperati e ricoverati in un centro di demolizione autorizzato. A tracciare il bilancio è Luca Salamone, direttore della società Scozzarini group srl e consigliere nazionale Ancsa (associazione nazionale centro soccorso autoveicoli) che parla di crisi del settore autodemolizione annunciando in città l’avvenuto licenziamento di due lavoratori. «Non ci sono parole per commentare il dato – sottolinea Salamone – che se confrontato con l’attività fatta registrare nel 2011 il calo accertato sfiora medie anche del 300 percento. Il fenomeno è di scala nazionale perché legato alla mancanza degli incentivi alla rottamazione e alla sproporzionata tassa di possesso che grava sui veicoli di grossa cilindrata. Abbiamo licenziato due operatori ma la situazione rischia di precipitare. Il governo dovrebbe capire l’importanza di avviare gli incentivi e ridurre i costi di rottamazione che invece anche quest’anno hanno subito un ulteriore aumento del 15 percento».
«A livello locale – prosegue Luca Salamone - si era parlato molto del recupero dei mezzi abbandonati. Sono oltre un centinaio ma nel 2013 è stato possibile recuperarne appena venti. Gli autoveicoli sono spesso causa di inquinamento anche delle falde acquifere perché oltre ad essere abbandonate vengono bruciate. Un fenomeno dilagante per l’impossibilità di rottamare mezzi colpiti da fermi amministrativi. Speriamo in un’azione da parte dell’amministrazione comunale per intervenire sui mezzi abbandonati almeno per tutelare il territorio e il decoro della città». Secondo i beni informati, sarebbero in aumento gli automobilisti che per arginare il fermo amministrativo ignorerebbero i centri di autodemolizione abbandonando i loro veicoli nelle campagne, denunciandone il furto alle forze dell’ordine. «Pare che molte della autovetture denunciate per furto – conclude Salamone – finiscano abusivamente nei centri di demolizione dei paesi dell’est Europa o nel nord Africa».

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