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Guerra di mafia a Niscemi, nove condanne a trent’anni

NISCEMI. Pesante condanna a carico dei nove imputati dell'omicidio del niscemese Roberto Bennici, ucciso il 23 ottobre del 1990. Tutti e nove sono stati condannati a trent'anni di reclusione. La sentenza è stata emessa ieri dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, a conclusione del processo svoltosi con il rito abbreviato, nei confronti dei nove imputati ai quali è stato contestato l'omicidio, eseguito con modalità e finalità mafiose, di Roberto Bennici, eliminato 23 anni fa all'interno di un bar nel centro storico di Niscemi.
Su richiesta del pubblico ministero, sono stati quindi condannati alla pena di trent’anni di reclusione gli imputati: Salvatore Calcagno, 59 anni, niscemese; Rosario La Rocca, 57 anni, niscemese; Giovanni Passaro, 57 anni, di Gela; Pasquale Trubia, 46 anni, di Gela; Angelo Tisa, 46 anni, di Mazzarino; Salvatore Siciliano, 49 anni, di Mazzarino; Emanuele Cassarà, 43 anni, di Gela; Emanuele Iozza, 52 anni, di Gela. Tutti gli imputati sono considerati appartenenti alla consorteria mafiosa di Cosa Nostra del clan Madonia. La stessa pena di trent'anni di reclusione è stata applicata anche nei confronti del niscemese Giancarlo Maria Lucio Giugno, 54 anni, a carico del quale il pubblico ministero aveva chiesto la concessione delle attenuanti generiche per aver ammesso la propria responsabilità. Invece, il gelese Giuseppe Tasca, 41 anni, su richiesta del pubblico ministero, è stato assolto dal Gip «per non aver commesso il fatto». Il giudice ha anche liquidato ai familiari della vittima, che si erano costituiti parte civile, la somma di 50 mila euro ciascuno per il danno morale subito.
Roberto Bennici venne eliminato nell'ambito della faida mafiosa, scatenatasi a Niscemi tra gli anni '80 e '90, che ha visto contrapposta l'associazione mafiosa di Cosa Nostra all'associazione mafiosa della Stidda. Il delitto sarebbe stato preceduto da un summit mafioso, in territorio di Acate, in cui si diede via libera a un commando di uccidere qualsiasi componente delle Stidda a Niscemi. Bennici fu sorpreso da due sicari all'interno del bar Sicilia mentre giocava a carte con Francesco Nanfaro. Gli assassini fecero fuoco, colpendo Bennici alle spalle e ferendo in maniera non letale Nanfaro al petto e a una gamba. Bennici, sebbene gravemente ferito, tentò la fuga, ma sull'uscio del bar ricevette il colpo di grazia dai killer.

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