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Miniera «Bosco Palo», ecco dieci milioni per togliere l’amianto a Serradifalco

Il materiale, altamente cancerogeno, verrà rimosso dal sito a pochi chilometri dal paese, con i fondi regionali

SERRADIFALCO. La bonifica dell'ex miniera di Bosco si farà. Iniziando col rimuovere e smaltire l'amianto abbandonato nell'area del sito a pochi chilometri dal centro abitato. Operazione per la quale il governo regionale ha già pronti dieci milioni di euro. In questa fase, però, non sarà interessata la «montagna bianca», sostituita dagli scarti della lavorazione del sale, che sorge poco distante dalla miniera dismessa e che costeggia la provinciale che da Serradifalco conduce a Mussomeli. A maggior ragione, la bonifica non riguarderà i presunti rifiuti radioattivi che sarebbero stati illecitamente scaricati nelle sotterranee gallerie della miniera, dopo la sua chiusura. Pur se la decisione di finanziare la bonifica della superficie del sito segue una campagna di sondaggi iniziata nei primi giorni dello scorso mese di ottobre. Quando le trivelle hanno scandagliato anche i fondi lungo il margine di valle dell'area in cui sono da molti anni ammassati gli scarti della lavorazione dell'ex miniera di Bosco. Campagna di sondaggi che l'ufficio di Presidenza della Regione Siciliana aveva deciso di avviare, in vista del progetto di bonifica per il quale adesso si appresta a stanziare circa dieci milioni di euro. Somme con le quali, verosimilmente, si potrà portare a termine l'operazione di rimozione di tutto il materiale inquinante esistente nel bacino dell'ex miniera. La «montagna di sale«, invece, potrebbe essere interessata da un'eventuale in futuro. Ancora più in dubbio la rimozione e lo smantellamento dei presunti rifiuti radioattivi che sarebbero stati smaltiti illecitamente all'interno del sito. Pur se erano su questi rifiuti che si era rivolta la principale preoccupazione dell'opinione pubblica, dopo i dati preoccupanti diffusi dal «registro dei tumori». I quali seguivano il ritrovamento, alcuni mesi prima, in una villetta abbandonata a poca distanza dalla miniera di Bosco, di documenti che sembrerebbero attestare un illecito traffico di rifiuti ospedalieri e sui quali si è concentrata l'attenzione particolare da parte della Regione e della Procura della Repubblica. E, a maggior ragione oggi, dopo la diffusione del verbale desecretato del boss della 'ndrangheta Carmine Schiavone, risalente al 1997. In cui "Sandokan" accenna, anche alle altre regioni meridionali dove, oltre alla Campania, la criminalità organizzata avrebbe allestito traffici di rifiuti tossici. «Il sistema - affermava già sedici anni fa Schiavone - era unico, dalla Sicilia alla Campania». Comunque sia, i dieci milioni che la Regione si appresta a finanziare dalla bonifica proverrebbero da un decreto interministeriale del 2003.

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