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Muos di Niscemi: ora l’Istituto della sanità invita alla «cautela»

Nuovo studio dopo quello di luglio, che aveva giudicato non pericolose le antenne. Adesso si chiede di controllare gli effetti sulla popolazione

NISCEMI. Sono i bambini i soggetti più sensibili alle radiazioni del Muos (Mobile user objectiv system). A stabilirlo è l'Istituto superiore di sanità (Iss), a conclusione dello studio condotto sul sistema di comunicazioni satellitari per fini militari in allestimento a Niscemi. Lo scorso luglio aveva, invece, garantito che «le antenne Muos non rappresentato un rischio per la salute». Quelle rassicurazioni avevano dato il via al rilascio dell’autorizzazione a procedere con i lavori e l’ottenimento della concessione, in deroga, contro le limitazioni dei numerosi vincoli ambientali che proteggono la riserva della Sughereta.
Il recente studio avviato dall’Iss, richiesto dal ministero della Salute, condotto in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e l'Ispra sulla valutazione delle esposizioni della popolazione ai campi elettromagnetici collegati all'installazione delle nuove antenne nella zona, rischia di essere in disaccordo con quanto affermato a luglio. 
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