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Femminicidio, la nuova legge debutta a Gela

Prima applicazione in Sicilia delle norme a tutela delle donne. Allontanato da casa su denuncia della moglie un uomo accusato di violenze

GELA. Per la prima volta a Gela viene applicato il decreto legge che inasprisce le misure per i reati di violenza domestica e maltrattamenti in famiglia. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Gela, Veronica Vaccaro, ha infatti imposto a un disoccupato di 43 anni l'adozione della misura dell'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare, così come prevede il decreto legge 93 del 14 agosto scorso, entrato in vigore da appena tre giorni. Emanuele Famà era stato arrestato proprio sabato scorso, quando il decreto legge è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. I carabinieri del reparto territoriale di Gela lo hanno ammanettato in flagranza di reato dopo una segnalazione della moglie. Le accuse nei suoi confronti sono di maltrattamenti in famiglia e lesioni. L’arresto è scattato grazie alla segnalazione proprio della moglie di Emanuele Famà, che ha chiesto e ottenuto l’intervento di una pattuglia. L’uomo avrebbe anche colpito con un oggetto contundente (forse il manico di una scopa) la figlia alla schiena, oltre a prenderla a ceffoni. Visto che il marito sembrava fuori controllo, la moglie ha cercato di proteggere la figlia di 15 anni, subendo lo stesso trattamento. Le due donne si erano barricate all’interno di una stanza, da dove hanno chiamato il centralino dei carabinieri. I militari lo hanno bloccato: ma malgrado la loro presenza era riuscito a svincolarsi riuscendo a tirare per i capelli la figlia che nel frattempo era uscita insieme alla madre dalla camera in cui si era barricata. Emanuele Famà aveva un precedente. A fine luglio la moglie aveva presentato una denuncia sempre ai carabinieri contro il marito. Ieri però davanti al giudice, assistito dall'avvocato Lia Comandatore, ha fornito una versione diversa, limitandosi a dire di aver solo preso per un braccio la figlia che invece ha reagito bruciandogli le braccia con la piastra elettrica usata per i capelli. Per confermare il suo racconto, ha mostrato le ustioni alle braccia e i lividi, mentre la ragazzina ha subito una prognosi di 5 giorni. Il giudice ha convalidato il fermo per il reato di maltrattamenti in famiglia e quello delle lesioni, ma non disponendo alcun provvedimento restrittivo. Famà è tornato in libertà, ma — ecco la novità — non potrà fare ritorno nella casa di famiglia. È il primo caso che si registra dopo l'entrata in vigore del decreto legge.

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