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Niscemi, risorse regionali in ritardo «Soffrono disabili e ragazze madri»

NISCEMI. Il Comune è con le casse al verde e i Servizi sociali languono tra le proteste delle fasce più deboli della popolazione, famiglie di disabili e ragazze-madri. Protesta anche il gruppo di consiglieri comunale che sostiene il sindaco Francesco La Rosa contro la Regione Siciliana, che ritarda a inviare all’Ente i finanziamenti per l’anno 2013. A dirsi particolarmente preoccupati, per una situazione che va facendosi sempre più difficile, sono i consiglieri di maggioranza Carlo Attardi, Daniele Cona, Eliana Menzo, Eteocle Parrimuto, Francesco Buccheri, assieme al loro coordinatore Giuseppe Giugno. In una nota, il gruppo di consiglieri denuncia il ritardo delle rimesse regionali da parte dell’assessorato alla Famiglia, che va “a incidere notevolmente sui Servizi Sociali del Comune”. «Di norma – dicono i consiglieri – in questo periodo avrebbe dovuto essere incamerata già la seconda rata del contributo spettante al nostro ente, invece ancora non è stata emessa nemmeno la prima rata». I consiglieri pertanto “chiedono all’assessore regionale delle politiche sociali e della famiglia di intervenire tempestivamente per salvare il comparto dei servizi sociali, ridotto in condizioni tali da non poter dare risposte nemmeno alle più elementari esigenze della fasce più bisognose della popolazione”. Le proteste dei cittadini non si sono fatti attendere. A rendere noto il grave disagio delle famiglie che hanno all’interno del proprio nucleo un soggetto disabile è una mamma, la quale lamenta il fatto di essere lasciata abbandonata “con la sua croce” dai Servizi Sociali del Comune. «Prima ci veniva elargito – dice la signora – un bonus di circa 1700 euro l’anno. Poi questa somma è stata convertita in un servizio di pulizia, per 40 ore l’anno. Una decisione che non risolveva i nostri problemi, spesso legati anche a sopperire alle spese delle medicine. Quest’anno, invece, non è uscito nemmeno il bando per fare la domanda dell’assistenza». Anche le ragazze-madri risentono del ritardo. «Ho due figli da sfamare – dice una giovane donna – Non so più come fare. Il Comune non mi dà nessun contributo, perché, mi dicono gli impiegati dei Servizi Sociali, non ci sono soldi. Ma per gli alti papaveri della politica i soldi si trovano. A soffrire siamo sempre noi, i più deboli!».

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