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Gasometro di Caltanissetta, dal declino all’abbandono: uno sfregio all’archeologia industriale

Nel degrado il grande immobile che negli anni ha ospitato la «centrale energetica» e il canile comunale

CALTANISSETTA. Un pezzo di storia del capoluogo si sta perdendo. O forse sarebbe più corretto asserire che si sta letteralmente dissolvendo. L'antico gasometro di via Angeli cade a pezzi e dal torrino continuano a cadere frammenti di rivestimento esterno in un contesto generale dominato dal degrado e dall'abbandono. Oltre che nella più totale indifferenza.
Il gasometro rappresenta un po’ la parte terminale di un grande fabbricato (tutto di proprietà comunale) che ha ospitato fino agli anni Cinquanta il primo canile municipale e il deposito delle carrozze mortuarie.
L'interno di questo immenso edificio è dominato dalla sporcizia, dalle erbacce, dalle transenne e dai tetti sfondati. Un panorama desolante. Il pezzo pregiato resta quel gasometro, opificio con quasi 150 anni di vita alle spalle, unico esempio di archeologia industriale in ambito urbano. Da quel punto si produceva l'energia elettrica e si illuminava la città fino all'avvento dell'Enel.
Da quel momento il gasometro, bene dichiarato di particolare interesse etno-antropologico dalla Soprintendenza, ha conosciuto un lento e inesorabile declino al quale hanno contribuito gli eventi meteorici in primis ma anche il generale disinteresse dell'ente comunale e di chi dovrebbe essere preposto alla tutela di questo stabile.
A salvarsi sono state le splendide carrozze mortuarie trasferite due anni fa in un luogo più sicuro; qualche giorno dopo la copertura del locale dove erano depositate è crollata irreparabilmente. Qualcuno, e più specificatamente il comitato di zona, ha avanzato l'idea di trasformare il complesso in un centro sociale a beneficio del quartiere Angeli-San Domenico. Per farlo occorrerebbe una somma (700 mila euro) attualmente fuori dalla portata delle casse comunali; esiste anche un progetto inserito al trentanovesimo posto fra le 93 priorità individuate nel programma triennale delle opere pubbliche 2013-2015.
Prima, però, bisognerebbe pensare a opere minime di messa in sicurezza prima che l'intero fabbricato (gasometro compreso) vada completamente in rovina.
Un evento che è solo da scongiurare, ma che rischia di consumarsi nell'indifferenza più totale.
Quella stessa indifferenza che ormai ha caratterizza una città senza più memoria.

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