PALERMO. Blitz antimafia tra Palermo e Trapani ed in altre località del territorio nazionale. La vasta operazione è condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo, che stanno eseguendo una trentina di fermi del Pubblico Ministero emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
Le indagini hanno consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, individuandone capi e gregari. Tra i fermati anche Alessandro D’Ambrogio, ritenuto al vertice. Si è accertato che il sodalizio, pur continuando a esercitare una soffocante attività estorsiva sul territorio, consapevole che l’imposizione del “pizzo” a imprenditori e commercianti non è più sufficiente - complice l’attuale congiuntura economica - a mantenere le famiglie degli affiliati detenuti, si allea con altre consorterie mafiose della città e dell’area trapanese per gestire le “piazze dello spaccio” e, come negli anni ottanta, l’approvvigionamento degli stupefacenti direttamente dai Paesi produttori del Sud America e del Nord Africa. Nello stesso contesto, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa tre milioni di euro.
L'operazione prende il nome dal capo del mandamento, che negli ultimi anni sarebbe stato Alessandro D'Ambrogio. Oltre ad essere uno degli uomini di Nicchi (e' stato il punto di riferimento del giovane boss durante il periodo di latitanza a Milano) D'Ambrogio è molto attivo nel traffico di droga. Numerose le estorsioni accertate. In alcuni casi i boss avrebbero assunto anche il controllo di pub, ristoranti e attivita' commerciali scalzando i proprietari.