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Serradifalco, «Il parcheggio di via Volpe non si tocca»

Il Consiglio comunale, convocato d’urgenza, ha comunque deciso di rinviare nuovamente la pratica

SERRADIFALCO. Il parcheggio di via Volpe non va smantellato. Questo per il consiglio comunale è certo. Anche se, all'unanimità, ha rinviato, per la seconda volta, la pratica. In questo caso perché indeterminabile sarebbe ancora l'ammontare dell'indennità di espropriazione da liquidare alla ditta ex proprietaria del terreno su cui sorgere. Dubbio sarebbe poi, una volta stabilito come calcolare la somma, il modo con cui liquidare l'importo. Se attraverso il riconoscimento di un debito fuori bilancio, o meno. Il tutto perché il collegio dei revisori dei conti del municipio non sarebbe stato chiaro. "Il parere dei revisori, a mio parere, non è un parere", ha esclamato nel corso del consiglio comunale di ieri Totò Caramanna. Motivo per cui, il membro del gruppo di maggioranza Generazione democratica ha proposto il rinvio della delibera. Così come il suo capogruppo Graziano Cipollina aveva già proposto.
In realtà i revisori dei conti hanno espresso due pareri. E Caramanna ha stroncato anche il primo. Poiché esso apparirebbe "confuso, fuorviante, impastoiato da contenuti giuridici che non rientrano nella loro competenza". Nel primo parere i revisori, tra l'altro, avevano osservato che il Tar (cui la ditta proprietaria del terreno si è per due volte rivolta) avrebbe sentenziato che "il valore venale del bene, dovrà essere determinato attraverso procedure trasparenti, come, ad esempio, la stima di tre agenzie immobiliari". Perla segretaria comunale Valentina Lavecchia, però, "il ricorso alla stima da parte di tre agenzie è una pura indicazione di massima non vincolante indicata dal Tar come esempio di criterio trasparente". Tesi però che non ha convinto l'organo di controllo contabile. Tanto da rivolgersi alla Corte dei conti, come lo stesso organo ha informato nel formulare il secondo parere. Per il quale, però, è giallo sulla mancanza di una firma. Il documento, infatti, è firmato dal presidente dell'organo di controllo e da uno soltanto dei due membri. L'altro, ha ipotizzato Cipollina, "forse non era neanche a conoscenza diretta di quest'atto". Alla fine, di certo c'è che ci si troverebbe di fronte, come ha sostenuto il consigliere Rosario Ristagno, a una "storia controversa che va avanti da anni" e che "la ditta sicuramente ha avuto un danno". Così pure, come ha affermato Caramanna, che "l'interesse pubblico sull'opera realizzata è evidente e lapalissiano. E quindi che quel parcheggio deve far parte del patrimonio del comune". Ed anche che "il danno, derivato da un eccesso di potere, c'è stato" e che "la ditta per questo motivo deve essere risarcita".

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