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Nessun sostegno dalle imprese: Nissa al capolinea

La dirigenza e il Comune volevano acquistare il titolo del Ribera. Ma il progetto non ha trovato finanziatori

CALTANISSETTA. Sembra destinato ormai a fallire miseramente il progetto di portare a Caltanissetta il titolo del Ribera. L'incontro tra il presidente della società agrigentina Ezio Ruvolo, il sindaco del capoluogo nisseno Michele Campisi e l'assessore allo Sport Gaetano Angilella, avvenuto giovedì scorso, si era concluso con l'impegno da parte dell'amministrazione di cercare imprenditori che potessero dare la loro disponibilità ad allestire una nuova società in grado di riportare da subito la Nissa nel campionato nazionale di Serie D.
Ebbene, l'impegno da parte del sindaco Campisi e dell'assessore Angilella non è mancato ma non si è registrata alcuna adesione al progetto. Sono stati contattati alcuni imprenditori locali che però non hanno manifestato interesse verso il calcio ed hanno quindi declinato l'invito. Un fallimento dunque. Una sconfitta dell'intera città di Caltanissetta alla quale Ezio Ruvolo si era proposto inizialmente confidando nelle potenzialità della centralità geografica e su un impianto, il «Marco Tomaselli», tra i migliori esistenti in Sicilia. Invece Caltanissetta è stata raggiunta e superata da Acireale e soprattutto da Gela dove, a quanto sembra, il sindaco è riuscito a trovare un gruppo di imprenditori pronti ad investire su questo progetto, ammesso che sia fattibile dal punto di vista federale ottenere la deroga dalla Figc per giocare in un campo che non sia quello di Ribera.
«Abbiamo fatto il possibile - dice l'assessore Angilella - ma purtroppo finora non si è registrata alcuna adesione. L'amministrazione ha messo sul piatto la disponibilità a cedere in gestione lo stadio a chi avesse partecipato al progetto ma non ci sono stati segnali confortanti. Purtroppo viviamo un momento particolarmente difficile dal punto di vista economico».
Tra i tifosi intanto cresce lo sconforto. Vedere sfumare un'opportunità del genere crea malcontento. Il fallimento del progetto potrebbe rappresentare il primo passo verso la definitiva scomparsa del calcio nel capoluogo. Infatti, come più volte ribadito ultimamente, gli attuali dirigenti della Nissa, tutta gente che vive di stipendio e che ha già investito le proprie risorse negli ultimi due anni, non sono più nelle condizioni economiche di potere iscrivere la squadra al prossimo campionato di Eccellenza. Pertanto, se entro la scadenza, che va sempre più avvicinandosi, non ci sarà qualcuno in grado di rilevare la società (gli attuali dirigenti-tifosi hanno detto che sono disposti a cederla gratis), la Nissa non verrà iscritta e scomparirà dalla geografia calcistica siciliana. Una fine ingloriosa, originata dal totale disinteresse delle forze economiche della città. Una Nissa che, al contrario di ciò che si dice, secondo quanto affermano gli attuali dirigenti, non avrebbe grossi debiti. Quei pochi che ci sono (si aggirerebbero attorno ai 50 mila euro) sarebbero stati accumulati dalle precedenti gestioni. L'attuale società, carte alla mano, è pronta a dimostrare tutto. La scomparsa della Nissa, ormai quasi certa, sarebbe dunque figlia soltanto dell'indifferenza.

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