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Mussomeli, neonato morì subito dopo il parto Due medici sul banco degli imputati

Omicidio colposo è l’ipotesi a carico di un chirurgo e del dirigente del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale «Longo»

MUSSOMELI. È per omicidio colposo che due medici sono chiamati in aula. Sull'onda della morte di un neonato. Un presunto caso di malasanità che interessa, adesso, il chirurgo Giuseppe Sorce (difeso dagli avvocati Walter Tesauro ed Ernesto Brivido) e Provvidenza Castronovo (difesa dall'avvocato Raimondo Maira) dirigente del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale «Maddalena Longo» di Mussomeli. Sono tirati in ballo per il decesso del piccolo Giuseppe Piazza di Mussomeli. Il suo cuoricino s'è fermato la notte tra il 9 e il 10 settembre di due anni fa, mentre lo stavano trasferendo d'urgenza all'ospedale di Agrigento. Ma lì è arrivato già privo di vita. Sono stati poi i genitori, l'imprenditore Carlo Piazza e Giusy Salvina Giardina (assistiti dall'avvocato Marco Martorana) e che adesso saranno parte civile, a rivolgersi a carabinieri e magistratura. Per verificare eventuali responsabilità sul tragico epilogo. E subito è stata disposta l'autopsia sul corpicino del neonato rimasto in vita per poco tempo. Una novantina di minuti in tutto, poi la fine. Scattate le indagini, i carabinieri, a più riprese, hanno sequestrato e acquisito documentazione medica per fare chiarezza sull'accaduto. In prima battuta sono state acquisite le cartelle cliniche direttamente in ospedale. Poi, qualche giorno dopo, i militari si sono presentati all'ufficio dello Stato civile di Mussomeli, sequestrando il certificato di assistenza al parto in relazione alla nascita del piccolo Giuseppe.E mentre le indagini hanno cominciato a muovere, allora, i primi passi, il caso è stato pure al centro di approfondimenti da parte di due commissioni d'inchiesta, alla Camera e al Senato. La procura ha subito rilevato coni d'ombra, che sarebbero stati confermati poi dalla consulenza redatta dagli esperti nominati dallo stesso pm Condorelli, i medici Giuseppe Saggese e Carlo Rossitto. Seconodi quali, è un passaggio testuale della relazione «la loro colpa è consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza dei protocolli medici, e specificatamente nell'avere misconosciuto segni di sofferenza fetale emersi sin dalla mattina ed aggravatisi nella giornata e nell'avere ritardato l'esecuzione del parto operativo». Fin qui l'accusa. Ma la controparte è giunta, al momento dell’udienza preliminare, ad altra conclusione. I periti nominati dalla difesa, infatti, hanno eccepito che «v'era una sofferenza pre-natale». Cosi da non far profilare, secondo la consulenza di parte, alcuna responsabilità a carico dei due medici. Ma per loro è poi scattata l'imputazione di omicidio colposo che li farà comparire dinanzi il giudice Marco Sabella.

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