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Bando per posti da assegnare ai precari Comune, pioggia di domande e ricorsi

Tre concorrenti palermitani hanno presentato richiesta di sospensiva al tribunale amministrativo

CALTANISSETTA. Raffica di opposizione e pioggia di ricorsi al Tar per chiedere l’annullamento in autotutela del concorso interno a quaranta quattro posti, riservato ai precari, bandito dall’amministrazione comunale di Caltanissetta. La selezione prevede l’assunzione di cinque lavoratori con la qualifica di istruttore amministrativo categoria D, diciassette posti di agente di polizia municipale categoria C, ventuno posti di istruttore amministrativo categoria C e un posto di vigilatrice d’infanzia categoria C. Un provvedimento contestato di fatto e di diritto da numerosi aspiranti concorrenti esterni, (oltre cinquecento aspiranti di diversi comuni dell’isola) ma che ha anche scatenato una sorta di scontro tra gli stessi lavoratori di Palazzo del Carmine. Il recente bando pubblicato del comune, già scaduto ieri l’altro, che prevede la selezione pubblica di quarantaquattro posti per altrettanti contratti a tempo indeterminato, riservato al personale precario del comune, ha generato una serie di proteste che adesso si sono concretizzate con le richieste formali di annullamento in autotutela della proposta di delibera e di ricorso al Tar il primo dei quali presentati da tre aspiranti concorrenti: Giacomo Faso, Irene Faso e Paolo Maniscalco che in sintesi contestano la illegittimità del bando nella parte che riguarda la riserva dei posti per gli esterni non prevista, la valutazione dei titoli per i servizi prestati ritenuta eccessiva ed i requisiti per la partecipazione alla selezione come il diploma di laurea generico per l’accesso al posto con mansioni specifiche. Ma a non digerire le modalità della selezione riservata in via esclusiva ai precari sono anche buona parte dei dipendenti dello stesso Comune che vedono sfumare l’opportunità di una progressione di carriera con la opportunità di accedere ad una categorie superiore, nonostante molti di questi dipendenti da anni svolgano mansioni superiori. Si tratta di una novantina di dipendenti, diplomati e laureati, che diversi anni addietro dopo decenni di precariato, sono stati costretti ad accettare il declassamento alla categoria B (licenza media), pur di regolarizzare la posizione lavorativa con un contratto a tempo indeterminato part-time. Anche loro si sono organizzati e si preparano collettivamente ad impugnare il bando di selezione con un ricorso al Tar.

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