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Mafia, vicequestore di Caltanissetta nel mirino del clan Alferi

Giovanni Giudice, capo della squadra mobile, sarebbe stata la vittima designata dal gruppo mafioso sgominato questa notte. Lo ha riferito il collaboratore di giustizia Emanuele Cascino

GELA. Il clan mafioso degli Alferi di Gela, sgominato durante la notte dalla polizia con l'arresto di 28 persone tra boss e gregari, avrebbe progettato anche l'uccisione del capo della squadra mobile di Caltanissetta, il vice questore aggiunto Giovanni Giudice. L'ha riferito il collaboratore di giustizia Emanuele Cascino, figlioccio del boss, che in segno di devozione si era fatto tatuare il volto del padrino sulle spalle. L'ordine di assassinare Giudice sarebbe venuto proprio da Giuseppe Alferi,
soprannominato "U Jerru".

Nell'autunno 2006 (tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre) Cascino e altri due affiliati al clan si sono presentati alla porta dell'abitazione di Gela del funzionario di polizia, nel quartiere Caposoprano, celando un fucile con il quale avrebbero dovuto compiere il delitto. Per indurre il capo della mobile a uscire, i tre citofonarono dicendo che  intendevano lagnarsi per la durezza con cui sarebbero stati trattati dalla polizia durante i controlli di routine. L'atteggiamento fermo e deciso del funzionario, che si è affacciato al balcone rimproverandoli, li avrebbe disorientati,
inducendoli a desistere. La stessa vittima designata però non avrebbe mai dato molta importanza all'episodio, né al progetto di omicidio riferito da Cascino.

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