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San Cataldo invasa dai rifiuti, le proteste: «Non possiamo più aprire le finestre»

Odori nauseabondi provenienti dai cassonetti inondano le strade di San Cataldo, generando indignazione

SAN CATALDO. A San Cataldo ormai è diventato impossibile anche solo aprire le finestre. Odori nauseabondi provenienti dai cassonetti stracolmi inondano strade e quartieri generando malessere e indignazione tra i cittadini. La gente non ce la fa più: quindici giorni di mancata raccolta dei rifiuti sono troppi. E ormai si può parlare di vera e propria emergenza sanitaria. Cibi marci, vermi, scarafaggi e anche qualche topo e cani randagi che trascinano i rifiuti per metri e metri. In alcune strade, soprattutto nelle vicinanze del centro storico, i sacchetti dell’immondizia rendono impossibile anche il transito delle automobili.
«Siamo stanchi – dichiarano i residenti di via Largo Catena – la mattina quando c’è il sole non si può neanche scendere sotto casa, il cattivo odore è spaventoso. Ormai non possiamo aprire più balconi e finestre per far arieggiare le case perché rischiamo anche di ammalarci. Come può il sindaco non fare nulla per risolvere la situazione? Noi non ce l’abbiamo con i netturbini, perché loro hanno il diritto ad avere i loro stipendi così come tutti coloro che lavorano onestamente. Ma purtroppo questa amministrazione ha solo aumentato la Tarsu per poi non fare nulla quando le strade sono ormai ridotte in discariche a cielo aperto». Per i cittadini sancataldesi la Tarsu è stata aumentata del 32 per cento a fronte comunque di un servizio che negli anni non aveva mai subito un arresto così protratto nel tempo.
La raccolta in alcune strade non viene effettuata da quindici giorni e la situazione comunque, almeno al momento, non vede soluzioni.
Ieri, infatti, i netturbini della Geoagriturismo hanno scritto una lettera al Prefetto per chiedere, oltre ad un incontro, la garanzia da parte della massima autorità istituzionale, che gli stipendi vengano accreditati entro e non oltre il 31 gennaio. Nell’attesa i trentadue lavoratori si stanno limitando alla raccolta dei rifiuti nelle cosiddette stazioni sensibili, cioè le strade adiacenti il carcere, la caserma dei carabinieri gli istituti scolastici e l’ospedale. Per i cittadini del centro storico invece l’attesa durerà ancora per un po’.

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