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Gela, la raffineria Eni rischia lo stop per il blocco del porto-isola

Il porto è bloccato da 15 giorni e non permette nè l'arrivo di greggio nè la spedizione di benzina e gasoli, i cui serbatoi sono ormai quasi stracolmi. L'emergenza è stata causata dalla rinuncia della società siciliana salvataggi al servizio di ormeggio delle navi-cisterna assicurato per anni dai suoi rimorchiatori

GELA. È stata ridotta al minimo tecnico la produzione della Raffineria di Gela (in marcia con una sola delle sue tre linee) per il prolungarsi del blocco del porto-isola che da 15 giorni non permette nè l'arrivo di greggio nè la spedizione di benzina e gasoli, i cui serbatoi sono ormai quasi stracolmi. L'emergenza è stata causata dalla rinuncia della società siciliana salvataggi al servizio di ormeggio delle navi-cisterna assicurato per anni dai suoi rimorchiatori. Secondo la ditta il servizio sarebbe antieconomico per gli alti costi non compensati dai ridotti introiti dopo la fermata, a maggio, di due linee di produzione dello stabilimento dell'Eni. Per bandire il nuovo appalto occorrono mesi e la raffineria non intenderebbe pagare più del dovuto. La situazione si è inasprita stamani, quando sembrava che da parte della Capitaneria di porto fosse stata trovata la soluzione, d'intesa con la prefettura di Caltanissetta, affidando temporaneamente alla ditta Eureco il servizio di traino con due rimorchiatori. Per motivi burocratici (la mancanza di un documento) la Capitaneria non ha concesso il nulla osta alle operazioni di ormeggio, mantenendo il blocco del porto. La Raffineria di Gela spa, di conseguenza, ha reso libera la nave-cisterna «Basiluzzo M.» che da due giorni attendeva, all'ancora, in rada, di entrare in porto per caricare benzina e gasolio. Se il blocco dello scalo marittimo dovesse prolungarsi, l'azienda dell'Eni sarebbe costretta a fermare non solo gli impianti di raffinazione ma anche le pompe di estrazione dei pozzi petroliferi in Sicilia. I sindacati confederali hanno definito tale ipotesi «una catastrofe economica e occupazionale per la nostra Isola».

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