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Estorsione a commerciante Un imprenditore alla sbarra

L’inasprimento è legato a un aspetto particolare: si sarebbe rivolto alla mafia per avere i suoi quattrini

CALTANISSETTA. È dalla nuova aggravante che gli è stata contestata dalla procura che riparte il processo a carico di un imprenditore accusato di estorsione ai danni di un commerciante. L’inasprimento è legato a un aspetto particolare: si sarebbe rivolto alla mafia per avere i suoi quattrini. È l’appesantimento dell’imputazione che pende sull’imprenditore edile Settimo Spinelli (difeso dagli avvocati Walter Tesauro ed Alberto Fiore), chiamato a rispondere di estorsione nei confronti del titolare della catena di negozi «Euromille», Vincenzo Vitale (assistito da Annalisa Petitto), che si è costituito parte civile. La posizione del costruttore è stata stralciata dalle altre al centro dell’inchiesta della Squadra mobile «Incipit-Exicipit» che proprio pochi giorni fa è passata per il pronunciamento della Cassazione per diversi imputati. Secondo la tesi dell’accusa il costruttore, si sarebbe rivolto alla «famiglia» mafiosa per tentare i recuperare i soldi dal commerciante, per conto del quale aveva eseguito lavori di ristrutturazione in un capannone di contrada Xirbi, utilizzato come magazzino della stessa «Euromille».
VI.F.

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