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Omicidio a Gela, indagini su appalti del Comune

C'é un terzo fermato, Francesco Ferracane, 21 anni. All'attenzione degli inquirenti c'é un appalto del comune sui loculi cimiteriali e l'impresa che li sta realizzando

GELA. E' molto più complessa di quanto poteva apparire inizialmente la vicenda culminata con
l'omicidio di Francesco Martines, di 38 anni, il contitolare di un autolavaggio, di Gela ucciso ieri in circostanze misteriose con un colpo di pistola alla testa mentre viaggiava col suo assassino vicino al tribunale. Intanto c'é un terzo fermato, Francesco Ferracane,  21 anni, che avrebbe assistito al delitto, ma è accusato soltanto di furto del materiale edile che sarebbe stato sottratto alla vittima. Ferracane è stato bloccato da carabinieri della compagnia di Augusta a Francofonte, nel Siracusano. Ai militari ha confermato di essere stato presente all'omicidio ma di non averne preso parte.

All'attenzione degli inquirenti c'é anche un appalto del comune sui loculi cimiteriali e l'impresa che li sta realizzando. Martines, con precedenti per spaccio di droga e parente di mafiosi, è risultato dipendente di un'impresa edile, la Tecnkos srl, riconducibile alla moglie, incensurata, che sta eseguendo i lavori di costruzione di 620 loculi nel cimitero di contrada Farello, per un importo di 700 mila euro. Dal cantiere, venerdì scorso, sono stati trafugati mezzi meccanici, attrezzi e materiali  per un valore di 25 mila euro. Secondo la polizia, Martines e i suoi familiari si sono trasformati in investigatori, alla ricerca della merce rubata identificando nel pregiudicato Angelo Meroni, detto "U Baggianu", l'autore del furto. Tramite amici comuni, è stato concordato un incontro chiarificatore tra le parti che è avvenuto, ieri mattina, in un bar di via Venezia.
Martines ha chiesto la restituzione della merce e Meroni, che era con il figlio 16enne della propria convivente (che sarebbe stato suo complice nel furto) e con un amico, lo ha fatto salire sulla sua automobile (una Fiat Punto, blu) per recarsi tutti insieme nel luogo dove nascondeva la refurtiva. Durante il tragitto, al culmine di una discussione animata, Martines avrebbe schiaffeggiato Meroni, il quale ha fermato l'auto è sceso, ha impugnato la pistola che portava in tasca e ha sparato un colpo uccidendo l'uomo. Poi, accortosi che due congiunti della vittima (un fratello e un cognato) lo seguivano in macchina, ha sparato anche coltro di loro ma l'arma si è inceppata, espellendo la cartuccia inesplosa. Quindi la fuga con il cadavere che è stato abbandonato nelle campagne di contrada Piana del Signore. I parenti di Martines hanno dato l'allarme. Nel frattempo, Meroni, lavata l'autovettura per cancellare le tracce di sangue, stava scappando verso Mazzarino quando una volante della polizia lo ha incrociato, inseguito e catturato sulla SP 81. In serata la confessione e il ritrovamento del cadavere. Lui ed il minorenne, in stato d'arresto, sono accusati a vario titolo di omicidio volontario, occultamento di cadavere, tentativo di omicidio, porto e detenzione illegale di arma e munizioni.

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