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Serradifalco, stop all’integrazione: protestano alcuni precari del Comune

Il loro orario di servizio sarà ridotto da 25 a 18 ore. Tagliati pure gli stipendi. Il sindaco: «Pronti al confronto»

SERRADIFALCO. «Ci stanno "rubando" il Natale». C'è amarezza nelle parole di Pietro Spina. Sia lui che altri quattro precari in servizio al Comune dal primo dicembre non godono più dell'integrazione oraria. E sono tornati a prestare servizio per 18 ore settimanali, e non più per 25 come sino a qualche giorno fa.
Il salario che incasseranno a fine mese, perciò, sarà ridotto. «Come se non bastassero già - esclama - a ridurlo quasi a zero l'Imu, i mutui e le varie rate in scadenza durante il mese». Secondo Spina, la causa di tutto risiederebbe «nella crisi che ha investito maggioranza e giunta. Da quando è scoppiata - con le dimissioni di due assessori e l'uscita dalla maggioranza di una delle quattro forze che la sostengono - i precari non avrebbero più, sempre secondo l'articolista, un preciso punto di riferimento».
Nessuno più, insomma, secondo Pietro Spina, si occuperebbe dei precari del municipio. «Ed anche - aggiunge - dei disservizi che la riduzione dell'orario di lavoro inevitabilmente crea» nei settori in cui i cinque articolisti sono impegnati: manutenzione e verde pubblico. «Stando così le cose - afferma Spina - è meglio che vadano tutti a casa. Preferiamo essere governati da un commissario: sicuramente saremmo più garantiti». L'ex articolista, infatti, lamenta anche una presunta «disparità di trattamento», rispetto ad altri precari. Solo per lui, Lina Giunta, Salvatore Benfante, Angelo Duminuco e Stanislao Terranova - chiarisce Spina - «i provvedimenti d'integrazione oraria hanno efficacia solo un mese, o al massimo due. Quando quello adottato a favore di altri due articolisti (l'unico adottato) ha invece efficacia sino alla fine dell'anno».
Il sindaco Giuseppe Maria Dacquì, però, respinge al mittente le accuse. Innanzitutto, il primo cittadino premette «che c'è sempre stata e sempre ci sarà la massima disponibilità da parte di quest'amministrazione verso i lavoratori a tempo determinato, per venire loro quanto più possibile incontro sul fronte delle integrazioni». Dacquì, quindi, nega che ci sia stata «disparità di trattamenti» e precisa che «s'è trattato di atti di carattere amministrativo, con provvedimenti che hanno avuto scadenza diversa». Per il sindaco, poi, «la crisi politica attuale non c'entra nulla con queste vicende». Dacquì, quindi, si dice dispiaciuto «di questa presa di posizione, anche perché c'è sempre stata la concreta disponibilità di quest'amministrazione a venire incontro alle esigenze dei lavoratori a tempo determinato con integrazioni orarie ed economiche».

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