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«Pochi i controlli al Raimondi»: bufera sul reparto di Psichiatria di San Cataldo

Il caso dopo la fuga di un paziente ed il tentato suicidio di una donna, ora ricoverata in gravi condizioni

SAN CATALDO. È bufera dopo il tentato suicidio di una donna ricoverata al reparto di Pischiatria del Maddalena Raimondi. La donna, palermitana, E.T. le iniziali, era stata portata a San Cataldo dopo che i medici del pronto soccorso del Sant’Elia l’avevano salvata dal primo tentativo di suicidio avvenuto qualche giorno fa, quando la signora, dopo aver trangugiato una notevole quantità di farmaci aveva tentato di lanciarsi dal balcone della stanza dell’hotel San Michele dove alloggiava.
Venerdì mattina, ma la notizia si è appresa solo ieri, ancora ricoverata in Psichiatria, sfuggendo al controllo dei sanitari, è salita al secondo piano dell’ospedale e da lì si è lanciata nel vuoto. Adesso la sessantaduenne è ricoverata al reparto di Rianimazione dell’ospedale Sant’Elia in gravissime condizioni. Appena qualche settimana fa l’Asp di Caltanissetta aveva aperto un’inchiesta sempre per un grave episodio verificatosi all’interno del reparto di Psichiatria. Un giovane nisseno, Christian Volpe, si era allontanato dal reparto per recarsi in un vicino bar dove aveva bevuto sostanze alcoliche. Una volta coricatosi è morto soffocato dal suo stesso vomito. I due tragici episodi hanno scatenato l’indignazione e la rabbia dell’associazione Ligabue.
«Ho sentito il dovere – dichiara il presidente dell’associazione Salvatore Pecoraro - di presentare un esposto denuncia contro tutte quelle persone che diversi anni fa hanno determinato il trasferimento del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (Spdc) dall’ospedale di Caltanissetta, dov’era da sempre allocato, all’ospedale di San Cataldo dove si trova attualmente ed illegittimamente, in quanto la struttura del Raimondi non ha i titoli né le infrastrutture che ne legittimino la permanenza. Quando la nostra associazione si è battuta affinché il reparto di Psichiatria non venisse trasferito a San Cataldo tra le altre cose abbiamo appreso che lo stesso non poteva essere spostato perché doveva essere necessariamente allocato in una struttura sanitaria di III livello. Chiediamo che vengano individuati i responsabili e che vengano effettuate delle specifiche indagini sull’iter normativo ed amministrativo che ha permesso il trasferimento del reparto».
Dalla direzione sanitaria fanno sapere che è stata aperta un’inchiesta interna.

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