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Asili nido, operatori senza soldi

Svolgono attività nelle strutture di via Degli Orti, Santa Barbara, Due Fontane e Santa Petronilla

CALTANISSETTA. Bambole non c’è una lira. Secondo una vecchia consuetudine, ormai divenuta regola, gli operatori degli asili nido di competenza comunale non percepiscono lo stipendio da tre mesi. Una situazione di malessere che viene vissuta e subita con dignità da gli tutti gli operatori, una cinquantina circa, che operano negli asili di via Degli Orti, Santa Barbara, Due Fontane e Santa Petronilla.

Con l’inizio del prossimo anno scade la convenzione con l’attuale società cooperativa, Progetto Vita, che ha in affidamento il servizio, che secondo delle indiscrezioni, potrebbe anche decidere di tagliare la corda. Una ipotesi non del tutto peregrina in considerazione dei ritardi registrati nei pagamenti e nella non manifesta volontà del primo cittadino di volere interrompere il servizio che continua ad andare avanti a singhiozzo.

I titolari della precedente cooperativa che aveva in gestione gli asili nido, alla scadenza del contratto hanno mollato, lasciando un buco di quattro mesi nel pagamento dello stipendio, compreso il trattamento di fine rapporto, nei confronti dei lavoratori che adesso inseguono una vertenza la cui conclusione non lascia prevedere nulla di buono.

Una sorta di azione di pirateria, non avallata, ma sicuramente compiuta, con la complice ignavia di chi avrebbe dovuto vigilare sulla regolarità nella gestione degli asili e che, come prevede il bando di gara, prevede anche il rispetto e la puntualità nel pagamento delle spettanze nei confronti dei lavoratori. A fare leva sul comune ed anche nei confronti della cooperativa non serve nemmeno la nuova norma varata dal decreto Monti, sullo sviluppo economico, secondo cui i pagamenti nei confronti imprese che offrono servizio dovrebbe avvenire entro un limite di tempo ristretto. La denuncia sui gravi ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione arriva anche da parte della Fipe Confcommercio.

«La situazione è ancora più preoccupante – dice a Fipe – per i servizi prestati in favore della Pubblica Amministrazione, a causa dei notori ritardi del settore pubblico e che raggiungono in Italia tempi allarmanti anche di dieci volte superiori rispetto a quelli imposti dalla normativa nazionale ed europea, contro i quali le imprese sono del tutto inermi».
Ma non c’era bisogno della denuncia della Fipe per registrare un malessere che per quello che riguarda il servizio degli asili nido è diventato ormai cronico incurabile, di cui si aspetta solo la fine.

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