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La Banca del Nisseno rileva la Luigi Sturzo di Caltagirone

Operazione da quattro milioni. Il presidente, Giuseppe Di Forti: "Abbiamo inglobato un pezzo di storia del credito cooperativo"

CALTANISSETTA. «Abbiamo inglobato un pezzo di storia del credito cooperativo». C’è soddisfazione nella parole del presidente della Banca del Nisseno, Giuseppe Di Forti, nel comunicare l’acquisizione della Banca di credito cooperativo «Don Luigi Sturzo di Caltagirone». E non solo per «i numeri» che stanno dietro l’operazione.

Gli impieghi passano da 110 a 150 milioni. La raccolta da 280 a 300 milioni. Gli impiegati da quarantuno a cinquantuno. Gli sportelli passano da otto a nove. Lo sportello calatino, però, ha precisato il presidente Di Forti, «non sarà la nona agenzia della Banca del Nisseno, ma l’agenzia Luigi Sturzo di Caltagirone».

«Prima ancora che effettuare un’operazione economica di crescita della nostra banca – afferma infatti Di Forti –, abbiamo teso una mano a una nostra consorella». La Luigi Sturzo di Caltagirone, che contava più di mille soci, infatti, da un anno era commissariata. La Banca del Nisseno – che prima dell’acquisizione della banca calatina risultava già essere la fusione di sei crediti cooperativi e contava mille e duecento soci – ammette comunque il suo presidente, «con questa operazione non solo è cresciuta, ma per la prima volta sbarca in provincia di Catania e nel territorio di Ragusa».

Non a caso il piano industriale di sviluppo della Banca del Nisseno prevede l’utilizzazione dell’accordo già sottoscritto con l’Ismea che ha fatto dell’Istituto bancario nisseno «la prima banca d’Italia ad erogare il credito agrario di conduzione, utilizzando fondi di Impresa Italia». E quello calatino, ha sottolineato il presidente Di Forti, «è un territorio in cui il settore agroalimentare è particolarmente avanzato, assieme a quello artigianale e turistico».

Per non dire che la banca del Nisseno non dovrà nemmeno varare un piano di risanamento, essendo la Luigi Sturzo già stata risanata dal commissario, né di esubero, tutti i dipendenti rimarranno al loro posto. L’operazione è costata quattro milioni di euro.

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