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La differenziata non si fa più Disagi a San Cataldo

I cittadini denunciano: "I rifiuti restano nei garage". Due famiglie raccontano la loro delusione: era un buon servizio

SAN CATALDO. Cittadini che vogliono continuare a fare la differenziata e che non possono perché il progetto è finito. Sicuramente non capiterà spesso di trovare una città dove ormai l’educazione civica ha raggiunto livelli altissimi ma dall’altro lato c’è l’amministrazione che ha bloccato un sistema già avviato con discreto successo ma che, soprattutto, faceva la felicità di tanti sancataldesi.


Per molti portare carta, plastica e vetro al quartiere Cristo Re, dove l’ex giunta aveva sistemato un cassone che raccoglieva i rifiuti, era diventata una buona abitudine. Iniziata con il gioco del sistema premiante (su ogni sacchetto veniva applicato un codice a barre dallo stesso utente che alla fine sapeva quanti punti aveva raggiunto) la differenziata veniva percepita ormai da molti sancataldesi come qualcosa di necessario sì, ma anche piacevole. Adesso molti residenti si ritrovano con il garage pieno di rifiuti e non sanno che fare anche perché sul tema vige molta confusione, solo recentemente l’assessore all’Ambiente Giuseppe Mazza aveva annunciato il sistema “porta a porta” per i commercianti che comunque ancora non è stato avviato. “Ho il garage pieno di rifiuti differenziati – dice la signora Giovanna Crisafi – ma mentre prima andavo a conferirli al quartiere Cristo Re adesso non so cosa farne. A noi cittadini quel sistema piaceva. Non capisco perché quando una cosa funziona debbano toglierla”.


Dello stesso avviso una vicina di casa. “Ho solo la quinta elementare – dice la signora Carmela Giunta – ma ho capito quanto sia importante tutelare l’ambiente e stimolare i cittadini a fare la raccolta differenziata. Tra l’altro a noi non interessano neanche gli incentivi ma che senso ha fare il porta a porta, che tra l’altro nemmeno esiste, se a noi cittadini piaceva l’idea di andare a portare i nostri rifiuti nell’isola ecologica e sapere quanti ne producevamo. Io per esempio in pochi mesi ho raggiunto 120 chili di carta, 88 di vetro e 20 di plastica. Non solo. Andavo anche a ritirare quelli delle signore che avevano difficoltà a uscire di casa”. E intanto i cittadini restano in attesa che qualcuno dia loro un’indicazione.

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