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Gela, il Comune pagherà mutui fino al 2023

Indagine sugli enti locali. Il dicastero dell’Interno ha rilevato l’eccessivo ricorso a prestiti, uno dei quali risalenti al 1992


GELA. Una coperta molto corta: gli atti del bilancio giunti sui tavoli della commissione presieduta da Nuccio Cafà hanno iniziato il loro iter davanti a difficoltà mai così ardue. Le soluzioni proposte, infatti, sbattono contro muri insormontabili.
Fra questi, la scure più affilata si chiama mutui. Sono tanti quelli contratti, nel corso del tempo, dai vari amministratori succedutisi e che, ancora adesso, pesano sulle casse a Palazzo di città. I funzionari del ministero dell’interno, proprio negli ultimi giorni, hanno realizzato un vasto report attraverso il quale sono riusciti a ricostruire la cronistoria dei mutui aperti dagli amministratori locali per far quadrare i conti o avviare lavori altrimenti impossibili da inaugurare.
Così, sul groppone dell’ente rimangono cifre, in alcuni casi, veramente esorbitanti. Pagamenti che, fra le altre cose, non sono né eliminabili né, tantomeno, frazionabili. Nove anni fa, l’amministrazione comunale aprì un mutuo da quasi sette milioni di euro con scadenza fissata al 2023. Proprio quest’impegno spesa conquista la testa della classifica stilata dagli addetti del ministero. Neanche le rate previste per estinguerlo fanno ben sperare: la cifra, infatti, si aggira intorno ai seicento mila euro. E quello acceso nel lontano, ormai, 2003, non è il solo. Gli fa compagnia un altro gran bel impegno finanziario contratto sette anni addietro. Circa sei milioni e mezzo di euro con scadenza 2025. Somme che contribuiscono a creare tanti grattacapi ai funzionari comunali, in queste settimane, impegnati a far quadrare conti che si allontano sempre più dal pareggio. Peraltro, proprio le spese legate al pagamento dei mutui sono praticamente impossibili da depennare e lo sanno molto bene i dirigenti più esperti, in prima linea durante la grande era del mutuo ad ogni costo. Era addirittura il 2001 quando venne contratto quello da poco più di sei milioni di euro con rate da cinquecentomila.
E non va meglio quando il report si avvicina ai nostri giorni. Un capitolo sempre più preoccupante che, di certo, non appare così facile da chiudere. Alle cifre astronomiche si aggiungono, poi, tanti altri impegni assunti negli ultimi anni. In media, si superano quasi sempre i cinquecentomila euro: fino a raggiungere le massime vette. I responsabili del ministero dell’interno, così, non nascondono la scarsa fiducia nutrita nei confronti di quegli amministratori, compresi i nostri, fin troppo attratti dai mutui e da tutto quello che gli gira intorno. Proprio in questi giorni, si cerca di capire quale lato della coperta poter tagliare per evitare spiacevoli conseguenze di cassa. I densi fumi di un passato fatto di troppi pesi diluiti nel tempo, però, si fanno pressanti e le rate, si sa, vanno onorate.
RO. C.

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