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L’omicidio del pastore Varsalona: rito abbreviato all’ex boss di Riesi

Procedimento alternativo condizionato all’audizione del pentito che incastra lo «stiddaro» che avrebbe «freddato» la vittima nel lontano 1989

RIESI. Rito abbreviato per un ex boss della Stidda inchiodato da un nuovo pentito per omicidio. Rito alternativo condizionato all'audizione del pentito che lo ha incastrato e di un teste chiave che avrebbe raccolto le confidenze di un testimone oculare del delitto del pastore mazzarinese Pasquale Varsalona, «freddato» nel lontano 1989. Così all'udienza preliminare a carico delle l'ex boss della Stidda di Riesi, Francesco Annaloro (difeso dall'avvocato Vincenzo Vitello), inguaiato da un nuovo pentito di Mazzarino, Maurizio Margiotta, che ha lo ha indicato come l'esecutore dell'omicidio. Uno dell'infinita catena che ha insanguinato l'asse Riesi-Mazzarino a cavallo tra anni Ottanta e Novanta nella faida tra Cosa nostra e Stidda per il controllo del territorio. E Varsalona era ritenuto vicino alla cellula di Cosa nostra a Mazzarino. Le dichiarazioni del collaborante hanno fatto ripiombare il nome del vecchio boss al centro di una inchiesta per omicidio.
Ora la difesa dell'ex capomafia - sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio del pm Roberto Condorelli- ha chiesto al gup Francesco Lauricella che sia sentito il collaborante che lo accusato di esser il sicario e un teste ritenuto di grande rilevanza, ovvero Salvatore Collodoro che avrebbe raccolto una "scottante" confidenza sul delitto Varsalona da Angelo Bonvissuto, a sua volta inghiottito dalla lupara bianca.
Bonvissuto, secondo la tesi del teste che la difesa ha chiesto di sentire, ha sostenuto che a fare fuoco contro il pastore della cosca rivale sarebbero stati Giampaolo Ragusa e Gaetano Branciforte, ma i due sono stati poi assolti con sentenza divenuta definitiva.
Successivamente lo stesso Branciforte ha poi saltato il fosso avviando un rapporto di collaborazione con la giustizia e ha fornito una sua verità. Secondo cui avrebbe appreso da Paolo Sanfilippo che ad assassinare Pasquale Varassimo sarebbero stati Angelo Stuppia, poi vittima di un agguato a Genova,e l'ex boss della Stidda di Riesi, Calogero Raggio, divenuto poi collaborante.
Ma a sconfessare questa sua versione è proprio il fratello, Salvatore, pure lui un a capo delle cosiddette "schegge impazzite" e anch'egli poi collaborante. Il pentito Salvatore Raggio, infatti, ha sostenuto di contro che egli stesso avrebbe sparato a Varsalona e con lui, per l'agguato, vi sarebbe stato anche Annaloro.
Versioni contro che la difesa ha chiesto che siano passate al vaglio del giudice.

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