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Costosi i rettili più rari: occhio all’ambiente in cui vivono

PALERMO. Originari dell’Africa e dell’America del Sud, di serpenti e pitoni in commercio ci sono tantissimi esemplari. Il prezzo può variare da specie a specie, ma anche in base alle dimensioni e alla livrea. In genere, si parte dai 30 euro sino ai 200 euro per i più comuni. Il pitone reale costa da 30 a 80 euro. Ma ci sono anche le specie più rare che possono superare le migliaia di euro. Benché nati ed allevati in cattività, i rettili restano sempre ectodermici, quindi la loro temperatura corporea si eguaglia con quella ambientale. Dunque il terrario in cui vanno tenuti deve essere mantenuto dai 25-30 gradi in su. In generale, meglio aggiungere tronchetti, piccole piante o pietre che richiamano l’habitat naturale. «Posizionandoli in orizzontale – dice il veterinario Marco Di Giuseppe –, come nel caso del pitone reale e di anfibi che hanno uno sviluppo orizzontale. In verticale per rettili come le iguane o i camaleonti, che hanno uno sviluppo verticale». Ma di cosa si nutrono i serpenti? Principalmente di mammiferi: topi, soprattutto. E poiché hanno un metabolismo lento mangiano dalle due alle quattro volte al mese. Non solo, ma sono soliti ingoiare la preda per intero. «I serpenti – aggiunge Di Giuseppe – non sono di certo scelti come animali d’affezione, per cui chi li acquista o li alleva lo fa per studiarne il comportamento o perché affascinato dal loro mondo esotico e diverso». 


A.S.

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