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In Sicilia 17 centri contro il fumo Ma in pochi chiedono un aiuto

Al Civico di Palermo cento pazienti all’anno. Il responsabile: negli ultimi mesi si rivolge a noi meno gente, serve una campagna di sensibilizzazione. La terapia è efficace in molti casi. Chi vuole abbandonare la dipendenza viene seguito dagli esperti per circa un anno e riceve continuo supporto psicologico pure telefonico

PALERMO. Smettere di fumare? I siciliani dicono «no, grazie». O si rivolgono solo in minima parte agli specialisti dei centri antifumo sparsi in tutta la Sicilia. Nelle grandi città dell’Isola, da Palermo a Catania passando per Caltanissetta, Trapani, Agrigento e Ragusa, ce ne sono 17. L’elenco è consultabile sul sito www.fondazioneveronesi.it che riporta i servizi per la cessazione dal fumo di tabacco attivi in strutture del Servizio sanitario nazionale e i centri della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Ma tra questi, c ’è chi rischia di chiudere o chi si barcamena tra mancanza di fondi e di personale. E i fumatori che si rivolgono a questo tipo di centri per combattere la dipendenza da fumo sono pochi. Insomma, almeno in Sicilia, chi vuole dire addio alle «bionde» (nel senso di sigarette), lo fa probabilmente in maniera autonoma. Tra sofferenze, rimpianti, ricadute e quant’altro (d’altronde si sa, l’amore è l’amore), certo, ma il siciliano non sembra essere disposto a rivolgersi agli esperti.
Eppure, qualche anno fa era scoppiata una vera e propria moda dei centri antifumo. Merito forse di una massiccia campagna mediatica contro il fumo e contro i fumatori: era il periodo del divieto assoluto nei locali, le scritte nei pacchi di sigarette, le cause contro le case produttrici di tabacco e per il fumo passivo in ufficio. «Il fatto che il problema ultimamente sia meno affrontato dai mass media ha avuto un peso determinante - dice Giuseppe Madonia, responsabile dell’Ambulatorio Dissuasefazione Fumo dell’ospedale Civico - quando per qualsiasi motivo giornali e tv danno il via ad una campagna mediatica contro le sigarette, osserviamo picchi di pazienti. Da qualche tempo a questa parte abbiamo notato una forte diminuzione: si parla di 100 pazienti l’anno, non un numero certamente elevato. Noi abbiamo pochi strumenti di diffusione, facciamo quello che possiamo ma non abbiamo diciamo la potenza necessaria per entrare nelle case della gente come fanno i media». Non solo: c’è anche un forte depotenziamento degli ambulatori di questo tipo in tutta la Regione. Molti rischiano addirittura di chiudere. «Senza dubbio ci sono dei problemi - dice ancora Madonia - ed è veramente un peccato. Abbiamo carenza di personale specializzato, per esempio. Anche fare attività preventiva è molto, molto difficile».
Ma la terapia antifumo nei centri funziona, eccome: «Seguiamo il paziente per circa un anno, nel periodo dove sono più probabili le ricadute - spiega Madonia - seguiamo le linee guida internazionali, informiamo il fumatore dei meccanismi della dipendenza, che sono molto particolari. Diamo a loro un supporto psicologico continuo, anche telefonico, non li lasciamo mai soli». Ma siamo sicuri che ai siciliani interessi davvero smettere di fumare? Ai posteri l’ardua sentenza.

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