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Pacchi di pasta per i voti, corsi e ricorsi

Indignazione e disaffezione dalla politica, un altro fronte per Renzi

Nella campagna elettorale del 1952 per diventare sindaco di Napoli, Achille Lauro, detto «’O comandante» per la sua attività di armatore, compensava i futuri elettori con un chilo di pasta. Nei casi più delicati, aggiungeva una scarpa promettendo di consegnare l’altra dopo aver verificato la fedeltà elettorale del beneficato.

La crisi economica ci ha riportato indietro di molti anni, ma non immaginavamo che l'anno scorso, alle primarie romane del Partito democratico per concorrere alle elezioni politiche, qualche candidato facesse distribuire pacchi alimentari agli anziani caricati sui pullman e portati ad esprimere la propria preferenza per il loro benefattore.

L'indignazione dell'opinione pubblica e la conseguente disaffezione (ulteriore) dalla politica - aggravata dall'annuncio del procuratore Pignatone su nuove operazioni previste per i prossimi giorni - è uno dei tre fronti che il presidente del Consiglio deve affrontare in questi giorni.

Il secondo è il burocratismo ipocrita e ondeggiante del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker che sembra lavorare per la sinistra di Tsipras in Grecia, per Grillo e Salvini in Italia, per Marine Le Pen in Francia e per tutti gli altri euroscettici d'Europa. Il terzo è la disaffezione armata della minoranza del proprio partito, il Pd, e dei dissidenti di Forza Italia, sempre più scoperti.

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