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Nell’albero di Natale, l’anno del Natale

La povertà in Sicilia cresce, occorre andare oltre la sporadicità delle iniziative caritatevoli

In Sicilia una famiglia su tre vive in stato di indigenza, triste record nazionale condiviso con la Calabria. A Palermo ci sono 143 mila famiglie in stato di povertà relativa e 40 mila in stato di povertà assoluta, non in grado cioè di acquistare beni e servizi essenziali per la loro stessa esistenza. Sempre nel capoluogo il Banco alimentare assiste 120 mila famiglie, la Caritas è passata in pochi mesi da 60 a 200 pasti quotidiani.

E anche altre onlus hanno aumentato la loro capacità di fornire un piatto caldo a chi non può permetterselo. In questo magari sostenuti dal supporto volontario di alcuni istituti scolastici alberghieri che mettono a disposizione studenti-cuochi e cucine. Numeri che disegnano uno scenario di desolante regressione economica, in cui a pagare il prezzo maggiore sono soprattutto le fasce più deboli di una popolazione sempre più proiettata verso il basso. Una china che non sembra conoscere mutamento di direzione e che va inesorabilmente a schiantarsi contro uno spesso male interpretato clima natalizio, in cui le iniziative di solidarietà e sostegno ai più bisognosi sorgono improvvise da sotto il terriccio di undici mesi di oblio.

Fatte salve le tante meritorie attività di sostegno costante contro la dilagante povertà - dalla Caritas al Banco alimentare, dalle onlus alle parrocchie di quartiere - ciò che più realmente va incoraggiato e stimolato è proprio il saper andare oltre la sporadicità delle iniziative caritatevoli sotto l’albero illuminato.

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