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Aiuto a 4 zampe ai disabili
Cani addestrati e poi donati

Il sostegno consiste nell’affiancare l’uomo in attività base: accendere la luce, aprire cassetti. Il 13 agosto a Castelbuono una raccolta fondi per formare due nuovi cuccioli

PALERMO. Accendere una luce, aprire un cassetto, raccogliere un oggetto da terra: tutte azioni che un disabile motorio da solo non riesce a fare. «Canine help», un progetto di inclusione sociale a quattro zampe, portato avanti dall'associazione «Pachamama», addestra e dona gratuitamente cani da assistenza ai diversamente abili in carrozzina. Il 13 agosto a Castelbuono un evento per raccogliere fondi che verranno spesi per l'addestramento dei prossimi due cuccioli da assegnare ad altrettanti giovani con difficoltà motorie.
Un progetto, o forse sarebbe più indicato definirlo una missione vera e propria: abbattere ogni tipo di barriera, rendendo autonomi i disabili grazie al supporto del proprio amico a quattro zampe. È «Canine help» ed è il sogno che da qualche anno, con ostinazione, porta avanti Marianna Raneri, istruttore cinofilo, che, formatasi in Inghilterra, ha portato a Palermo il suo progetto, ispirato al modello delle «charity», le organizzazioni di beneficenza anglosassoni. Grazie a donazioni private, raccolte fondi o finanziamenti da parte di sponsor o istituzioni pubbliche, l'associazione «Pachamama» (Madre terra), presieduta dalla Raneri, sceglie, addestra e dona ai disabili in carrozzina un assistente a quattro zampe, che li aiuta e li supporta nella loro quotidianità. Tutto gratuitamente per le famiglie. «Ho scelto di donare piuttosto che vendere i cani - tiene a precisare Marianna Raneri -, perché si tratta di un servizio che diamo alle famiglie e ai disabili. È una scelta legata alla convinzione che il disabile, grazie al cane, può raggiungere la sua autonomia e di conseguenza, maggiore autostima e fiducia in se stesso». I cani sono scelti fin da cuccioli tra i golden retriever nati dall'allevamento «Islander», curato sempre da Marianna Raneri. «La scelta deve essere accurata - spiega Raneri -, perché il cucciolo è necessario che abbia una certa docilità, tipica della razza retriever, ma allo stesso tempo un carattere solido. L'addestramento inizia fin da cuccioli. Si parte dall'insegnamento delle competenze e tecniche basilari. Per esempio, è un cane che deve essere abituato a qualsiasi stimolo esterno, che sia un forte rumore o la presenza di altri simili, al quale deve restare tranquillo. Non solo, ma deve avere una forte attenzione verso il suo conduttore, cioè il disabile, e seguire i suoi comandi».
Dopo la prima fase, segue l'assegnazione cane-proprietario e così, inizia la seconda fase di addestramento: «Il cane imparerà a eseguire quelle azioni di cui il disabile ha bisogno, in base alle sue esigenze. Così, il quattro zampe, da bravo assistente, imparerà per esempio ad aprire un cassetto, ad accendere la luce o ad aiutare a vestire il suo padroncino. «Segue un periodo di affiancamento, durante il quale anche il disabile imparerà i segnali che dovrà usare con il cucciolo per comunicare con lui. Obiettivo è rendere il disabile autonomo e indipendente, ma anche migliorare il suo umore, entrando in empatia con il proprio migliore amico a quattro zampe», conclude Marianna Raneri. Il progetto però ha dei costi non indifferenti. Pachamama, che ha sede a Palermo nel campo di addestramento cinofilo Dogstar, terrà una raccolta fondi il prossimo 13 agosto a Castelbuono, dove invece ha sede l'allevamento dei golden retriever, per sostenere «Canine help» e iniziare così l'addestramento dei prossimi due «dog-service». Chi volesse dare un suo contributo può scrivere a [email protected].

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