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Cordaro: «Con Crocetta tregua sulla finanziaria ma i precari condannati vanno espulsi»

Il capogruppo di Pid-Grande Sud: «Sicilia sull’orlo del baratro, il presidente è senza maggioranza, non ha la forza di programmare»

PALERMO. «Aspettiamo di vedere come verrà fuori la finanziaria bis. Siamo convinti che debba dare risposte ai cittadini che aspettano gli stipendi, a migliaia di famiglie e lavoratori in piena crisi. Se la manovra sarà inadeguata, ragioneremo sull’opportunità di tornare al voto. Ma non è un ultimatum, è un’ambizione del centrodestra che però deve ricompattarsi se vuole aspirare nuovamente al governo della Sicilia»: Toto Cordaro, capogruppo del Pid-Grande Sud all’Ars, analizza così il momento politico ed economico dell’Isola.


SUBITO IL PAGAMENTO DEGLI STIPENDI, POI LA MANOVRA CORRETTIVA: QUAL È IL VOSTRO GIUDIZIO SULL’OPERAZIONE FINANZIARIA DEL GOVERNO?
«Non si può non denotare un’assenza totale di programmazione. Siamo partiti dalla manovra di Bianchi, stravolta e ripresentata da Agnello. Siamo passati da 300 a 136 milioni, da una legge che doveva trovare una copertura per tutti e per tutto l’anno a una mini finanziaria a tempo determinato che può coprire solo un paio di mesi. Credo che in un momento come questo bisogna avere una forza di programmazione che Crocetta non ha perché è senza una maggioranza. Il mio timore a questo punto è che mentre il centrodestra è pronto a collaborare con responsabilità, qualcuno nella maggioranza stia invece in attesa di essere chiamato dal presidente per sentirsi chiedere di cosa ha bisogno per sostenere la manovra».

IN AULA SIETE PRONTI A SOSTENERE LE MISURE VARATE DAL GOVERNO?

«Sia chiaro, non sosteniamo il governo ma i siciliani, per cui le norme che verranno proposte saranno valutate e se saranno finalizzate al bene dell’Isola ci troveranno d’accordo. Come capogruppo, alla luce del sole, ho offerto al presidente della Regione una tregua istituzionale finalizzata all’approvazione della legge salva-imprese e rispetto alla quale, con senso del dovere, ci siamo astenuti favorendone l’approvazione. Siamo pronti a manifestare ancora una volta la nostra responsabilità sulla finanziaria bis».


QUALI SONO LE VOSTRE PROPOSTE?
«Non dobbiamo confondere inciuci o accordi sottobanco col senso di responsabilità. Ci sono dei punti inderogabili che dovranno essere affrontati nella manovra. Dai consorzi di bonifica ai forestali e soprattutto alle borse di studio universitarie. Parliamo di evitare la fuga di cervelli e poi danneggiamo i nostri laureati, è un atteggiamento inconcepibile. Se dovessimo accorgerci che su questi punti che non c’è lo stesso intendimento del governo, ne trarremo le conseguenza e siamo pronti alla più ferma opposizione. Se il governo Crocetta non dovesse essere in condizione di garantire la pace sociale, siamo pronti ad andare al voto. Ma bisogna avere i numeri, fare le cose per bene. Avere presentato la mozione di sfiducia sei mesi fa è stato un grave errore del centrodestra che io personalmente ho subito, perché siamo andati a rimorchio dei Cinque stelle e abbiamo rafforzato Crocetta pur sapendo che non c’erano i numeri per sfiduciarlo. La prossima volta non possiamo sbagliare obiettivo».


MA IN CASO DI ELEZIONI ANTICIPATE, CREDE CHE IL CENTRODESTRA ABBIA I NUMERI PER VINCERE?
«Crocetta ha vinto le ultime elezioni legittimamente ma col 14 per cento del voto reale. Non ha vinto Crocetta ma ha perso il centrodestra, che comunque credo abbia tutte le possibilità per tornare al governo. Ma perché ciò avvenga bisogna lavorare per ricomporre la coalizione. Oggi il Nuovo centrodestra è al governo con Renzi e in qualche caso ha flirtato col governo Crocetta. Cosa assolutamente distinta dal modo di operare. Ad ogni modo, riunificare il centrodestra è un’esigenza che nasce da alcuni errori commessi. È evidente che se alcuni amici del centrodestra non si fossero inventati un’altra candidatura per le regionali, oggi non avremmo Crocetta presidente. Ma è il momento di superare la fase dei rimproveri e delle liti e andare verso un percorso nuovo. Nel caso di elezioni anticipate questo processo di riaggregazione del centrodestra andrebbe accelerato perché solo uniti possiamo vincere. E in questa tornata elettorale, avere rimesso insieme in Forza Italia le varie anime del centrodestra è un primo segnale molto importante».


IN AULA COMUNQUE NON SIETE ANCORA CONFLUITI IN FORZA ITALIA MA SIETE RIMASTI AUTONOMI COME PID-GRANDE SUD.
«Guardiamo a quanti gruppi sostengono Crocetta. Le dinamiche d’aula sono diverse da quelle politiche. Per poter esprimere il voto su un ordine del giorno o per presentare proposte in Aula, è importante poter esprimere più voci. Forza Italia di fatto viene fuori da una fusione a freddo che mette insieme anime che vanno dalla destra più sentita agli ex democristiani e cattolici di centro. È un percorso che stiamo portando avanti ma che non è ancora definito».


QUAL È LA VOSTRA POSIZIONE SULLA POLEMICA SULLE AUTO DI SCORTA AL PRESIDENTE CROCETTA?
«Dobbiamo distinguere la sicurezza con la spending review. Crocetta va tutelato e difeso contro ogni insidia personale. È un’istituzione, ha ricevuto delle minacce e quindi la sua sicurezza deve essere messa al di sopra di ogni cosa. Entrando nel merito, però, bisogna capire se invece di cinque auto può utilizzarne due, o se c’è la possibilità di risparmiare utilizzando ad esempio auto dismesse dal ministero dell’Interno, capire se si può ricorrere a un comodato gratuito. È chiaro che oggi un milione e mezzo per cinque auto è un’esagerazione. Vero è che sono le stesse utilizzate ai tempi di Cuffaro, ma allora la situazione economica era diversa e certi numeri facevano meno impressione di oggi, in un momento in cui la crisi è ai massimi livelli».


SUI PIP IL GOVERNO HA RIPESCATO I PRECARI CON REATI MINORI LASCIANDO FUORI QUELLI CHE SUPERANO IL TETTO AL REDDITO. SIETE D’ACCORDO?
«La norma è certamente da rivedere, lo abbiamo già chiesto perché le regole non si possono cambiare in corsa. Bisogna creare presupposti per tutelare le categorie in difficoltà. È chiaro che i condannati per reati gravi, se non riabilitati, o coloro che non lavorano vanno espulsi. Ma le regole devono essere applicate, oltre che per la necessaria tutela della legalità, anche utilizzando il buon senso in un momento sociale drammatico. Siamo contro gli slogan ad effetto e, quindi, chiediamo che sia nei confronti dei Pip, come rispetto a tutte le altre categorie di precari venga garantito un livello dignitoso di tutela sociale».

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