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Iachini: «Grande gruppo, ma va rinforzato»

Il tecnico ha festeggiato in famiglia: «Stagione esaltante, per fare bene in Serie A servono acquisti importanti». «Dopo la partita col Crotone ho capito che saremmo stati promossi, negli ultimi tre mesi siamo stati una macchina da guerra»

PALERMO. Una giornata normale, senza eccessi. Quelli c’erano stati il giorno prima a Novara e a Palermo. Una doppio «party» che ha visto protagonista anche Beppe Iachini, chiamato in causa dai suoi giocatori e dal popolo rosanero per festeggiare il ritorno in Serie A. C’è la firma di tutti su questa immediata risalita in paradiso del Palermo, ma c’è soprattutto l’autografo di Beppe Iachini. Un allenatore tutto sostanza, ingiustamente snobbato dalla A. «Nessun problema, anche altri hanno fatto la gavetta prima di affermarsi - rammenta Iachini -. Penso a Prandelli e Spalletti, ma anche a Conte. Vuol dire che il mio percorso doveva essere questo, ma adesso che ho ripiantato la bandierina in A non vorrei toglierla più».

CI DICA COME HA FESTEGGIATO...
«Con la mia famiglia ad Ascoli. È stata una giornata di relax e anche di calcio. Ho visto un po’ di partite».

HA COMINCIATO A STUDIARE LE AVVERSARIE DEL PROSSIMO ANNO?
«Quelle le ho tenute sempre d’occhio perché, giocando di sabato, uno sguardo alla A era impossibile non darlo».

COSA SIGNIFICA QUESTA PROMOZIONE PER IACHINI?
«Tanto. Il Palermo aveva l’obbligo di ritornare in A anche per una questione economica, ma non era per niente semplice. Io ho accettato la scommessa perché ho sempre avuto un gran rapporto con il presidente Zamparini e con questa piazza. In questa avventura sono stato più coinvolto a livello emotivo. Sono doppiamente fiero perché ho fatto contenti il presidente ed i tifosi».

QUANDO HA CAPITO CHE SARESTE TORNATI IN A?
«Dopo la vittoria di Crotone. In quella partita ho capito che la squadra era ormai figlia del suo allenatore. La vera svolta, comunque, è stata la sosta: quel periodo è stato utile come un ritiro. La differenza l’ha fatta la disponibilità dei ragazzi. Sono stati come spugne, hanno acquisito la mentalità giusta e non hanno più sbagliato una partita».

QUANTO È CONTATO L’ASPETTO TATTICO?
«Quando sono arrivato dissi che sarebbe stato fondamentale trovare l’abito giusto per questa squadra. Per fortuna non ci abbiamo messo molto tempo a disegnarlo. La squadra ha iniziato a recepire quello che volevamo io e il mio staff, piano piano i movimenti sono diventati automatici. Il Palermo degli ultimi tre mesi è stata una macchina da guerra. Una squadra perfetta, che ha affrontato tutte le partite con la mentalità e lo spirito giusti».

IN A SI RIPARTE DA QUESTO GRUPPO?
«Sicuro, non dovranno esserci rivoluzioni. È chiaro, però, che c’è necessità di rinforzare la squadra perché andremo ad affrontare un campionato diverso, con più qualità».

IL PRESIDENTE ZAMPARINI PARLA DI CINQUE-SEI INNESTI...

«Se lo dice lui a me sta bene, ma mi accontento anche di quattro-cinque. Abbiamo bisogno di mettere dentro giocatori di sostanza, gente di categoria in tutti i reparti. Solo in questo modo si può fare il salto di qualità».

LA PROMOZIONE IN ANTICIPO VI PERMETTE DI PROGRAMMARE IL FUTURO CON LARGO ANTICIPO, NON È UN BENE?

«Sicuro, presto voglio parlare con la società per capire anche le situazioni contrattuali di certi giocatori».

SI FA UN GRAN PARLARE DI HERNANDEZ IN USCITA, LE DISPIACEREBBE PERDERLO?
«Abel a me non ha mai detto che vuole andare via. Per noi è un giocatore importante, ma mi rendo conto che ci sono anche altri fattori che vanno valutati. E quello economico è predominante rispetto agli altri. Non so se andrà via, ma se succederà l’importante è che venga rimpiazzato bene».

LO SA CHE PUÒ ANDARE VIA ANCHE PERINETTI?
«Questa mi è nuova... Io con Giorgio sul piano umano e professionale mi sono trovato benissimo. Spero che si tratti solo di notizie senza fondamento».

LA CERTEZZA È IACHINI: IL PRESIDENTE ZAMPARINI DICE CHE LEI SARÀ IL SIMEONE DEL PALERMO...

«Il presidente continua ad avere parole carine per me ed io lo ringrazio. Fra noi la stima è reciproca. Quando mi ha cercato, gli ho detto di dare tempo a Rino (Gattuso, ndr). Poi ha avuto paura e ha deciso di cambiare. Mi ha detto di venirgli a dare una mano e io ho accettato proprio per lui e per il Palermo».

ZAMPARINI ERA SICURO DI NON SBAGLIARE. LEI È UNO SPECIALISTA IN PROMOZIONI, QUESTA È LA QUARTA...

«Ho messo la mia esperienza al servizio della squadra. Quando sono arrivato i giocatori avevano bisogno di appigliarsi a qualcosa e quell’appiglio sono stato io».

PIÙ BELLA QUESTA PROMOZIONE COL PALERMO O UNA DELLE ALTRE TRE?

«Quando vinci è sempre bello. Paragono questa col Palermo a quella con la Samp: si tratta di due imprese».

NUMERO DI TELEFONATE E MESSAGGI RICEVUTI?

«Ho perso il conto. Mi hanno chiamato tanti miei ex giocatori. Qualche collega di B mi ha scritto: “Finalmente te ne vai da questa categoria...”. Mi hanno fatto piacere le chiamate di Conte, Ranieri, Mazzone, Novellino, Agroppi».

IN A ANCORA COL 3-5-2 O COL 3-4-1-2? E VAZQUEZ PUÒ FARE LA DIFFERENZA ANCHE IN QUELLA CATEGORIA?

«Ripartiremo da lì, ma esploreremo anche altre strade. Penso pure alla difesa a 4. Vazquez in A avrà meno problemi che in B».

SUPERARE IL RECORD DI 85 PUNTI E LO STADIO PIENO ALMENO CON IL LANCIANO, SI ASPETTA QUESTO ADESSO?
«A quel record ci teniamo, lo stadio vorrei vederlo pieno non solo contro il Lanciano ma anche nelle altre due partite che giocheremo in casa. Sarebbe il giusto premio per questa squadra. Le ultime cinque partite poi mi serviranno per testare alcuni ragazzi che hanno giocato meno, ma pretendo anche che la squadra non molli fino alla fine».

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