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Immigrazione: l’Ue accusa l’Italia, ma di fronte all’esodo è inerte

La Ue minaccia la procedura d’infrazione contro l'Italia per il trattamento che ricevono gli immigrati al loro sbarco in Sicilia. Lo ha annunciato la commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstrom. Una decisione che certamente non contribuirà alla popolarità dell'Unione Europea.
Una scelta quanto meno avventata alla vigilia delle elezioni per l’Europarlamento, che si annunciano particolarmente difficili per le istituzioni comunitarie. Nessuno poi si dovrà lamentare dell'affermazione delle forze nazionalistiche. Perché stando comodamente seduti a Bruxelles è facile giudicare. Vengano gli occhiuti Eurocrati a Lampedusa e nelle altre frontiere meridionali del continente a controllare come si vive in piena emergenza umanitaria. Vengano a vedere com’è difficile fronteggiare un fenomeno che rischia di assumere le dimensioni di un esodo senza precedenti. Trovino gli Eurocrati un metodo per bloccare migliaia di disperati che ogni giorno si riversano sulle coste siciliane per scappare dall'inferno dei loro Paesi. Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha calcolato che ci sono fino a seicentomila clandestini pronti allo sbarco. Un’invasione come mai si era vista nella storia dell'umanità. A determinarla, ormai, non sono solamente ragioni di natura economica.
Il fallimento delle primavere arabe (cui tante anime belle avevano plaudito senza capire) ha creato un esercito di profughi che scappano dalle persecuzioni politiche o dalle guerre. Per esempio dalla Siria. Per esempio dalla Libia. Per esempio dall'Egitto. Di fronte a fenomeni che coinvolgono milioni di persone l'Europa non sa fare altro che alzare l'indice inquisitorio contro l'Italia perché non stende tappeti rossi all'arrivo di questi disperati. Ma qual è la politica europea per l'immigrazione? Nessuna. Assolutamente nessuna. I Paesi della frangia Sud sono lasciati a se stessi. Qualche spicciolo ogni tanto. Qualche visita addolorata in volo diretto da Bruxelles per farsi inquadrare dalle telecamere. Poi tutto come prima.
Eppure, è ormai noto che ci sono interi settori dell’economia europea che vivono solo grazie agli emigranti. Da colf e badanti, passando per la raccolta del pomodori in Campania e le acciaierie in Germania.
Eppure, a pagare il prezzo dell'accoglienza è la Sicilia, uno dei territori più deboli dell'Europa. Dov’è la solidarietà dell'Unione? Dove sono le risorse promesse? Dove sono gli uomini di Frontex, l’agenzia europea che dovrebbe occuparsi di immigrazione? Niente, non si vede niente. Tranne il dito inquisitorio del commissario Cecilia Malmstrom che, visto il cognome, conosce il Mediterraneo solo per turismo.

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