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Un minuto a settimana all'Asp di Trapani, l’assurdo contratto e gli ingiusti silenzi

Ora ci diranno che la legge è rispettata alla lettera. E che, a rigor di norma, così è e amen. O forse non ci dicono neanche quello, preferendo la via dello studiato silenzio. Eppure il caso assurdo del veterinario convenzionato con l’Asp di Trapani che per una pirandelliana acrobazia in punta di diritto è costretto a lavorare un minuto a settimana (un minuto a settimana!) dovrebbe imporre l’urlo dello scandalo, oltre ancora all’amaro sorriso del ridicolo. E invece nulla. Sul giornale di ieri raccontavamo con grande evidenza la storia di Manuel Bongiorno, intrappolato dalla pedissequa applicazione di un decreto assessoriale che gli impone di saldare in questo modo un debito orario contratto con l’azienda sanitaria con cui aveva già lavorato in passato. Lui caso limite, ma non il solo in Sicilia: c’è chi lavora 4 minuti, 45 minuti, un’ora. A sufficienza per sollevare reazioni immediate della politica e dell’alta burocrazia. E invece la giornata di ieri è trascorsa nel silenzio. Sarà stata la brumosa domenica di festa, forse. Vedremo oggi, allora: dinanzi all’assurdo non si può stare in silenzio e il senso dello Stato in questo caso cede abbondantemente al senso del ridicolo. Muto imbarazzo o la sensazione che qui tutto può proprio succedere? Noi una risposta ce la aspettiamo. E temiamo che il silenzio sia questa risposta. La peggiore possibile. Oggi è lunedì. La politica torna al lavoro? Vedremo se quel minuto a settimana resterà l’unico momento serio di questa ridicola faccenda.

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