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Appalti, il paradosso di Palermo

Di piccole e grandi opere pubbliche ferme al palo sono spesso piene le cronache. Soprattutto in periodi di congiunture economiche negative, quando proprio la mancata copertura finanziaria rappresenta il motivo principale di un blocco di appalti e cantieri che si riverbera poi su sviluppo territoriale, qualità dei servizi e livelli occupazionali. Ma nella Palermo dei paradossi anche questo apparentemente ovvio teorema risulta ribaltato.
Qui i soldi ci sono, ma sono i cantieri a mancare. Impantanati in ragnatele legislative, politiche e burocratiche (non necessariamente in quest’ordine). In questa pagina indichiamo solo la punta dell’iceberg, visto che neanche al Comune hanno l’esatta cognizione dello stato delle cose. I fondi Fas sull’illuminazione sono da tempo sconfinati nel ridicolo, gli impianti sportivi cadono a pezzi con i progetti che ammuffiscono sulle scrivanie, da anni e anni aspettiamo le telecamere anti vandali nelle scuole e raccontiamo della vergogna dei Rotoli, cimitero dimezzato. Questo e tanto altro. I soldi ci sono. Manca la capacità o la volontà di spenderli. È bene che si trovino entrambe. Le norme spesso sono solo un alibi. Non vogliamo inveire, ma capire e far capire. Nella Palermo che aspira ai ruoli internazionali programmati (capitale della cultura e dello sport), burocrazia e politica devono mobilitarsi per raggiungere in tempi rapidi un massimo di efficienza. Confidiamo che questo sia un obiettivo comune al Comune.

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