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Per Silvio scelta difficile

Riepiloghiamo. Lunedì comincia in Senato il «processo» sulla decadenza di Berlusconi da senatore. È augurabile che ci sia una mediazione all’ultimo momento: non si capisce infatti quale utilità abbia il Pd nell’affrettare una decisione che sarà operativa al massimo entro la fine dell’anno, quando il Cavaliere perderà comunque il seggio in virtù della interdizione che con grande rapidità prima la Corte d'Appello di Milano e poi la Cassazione gli infliggeranno in autunno.
Se la legittima risposta è che il popolo della sinistra vuole subito la decapitazione del Cavaliere, la scelta non è più giuridica, ma politica. E allora sarà difficile rimuovere Berlusconi dalla sua posizione di oggi: come fate, dice ai suoi ministri, a restare al governo con chi mi ammazza?
Se un ministro prudente come la Cancellieri (che peraltro da titolare dell'Interno fu autrice della legge come e forse più della collega Severino) dice che non sarebbe male approfondire, se è difficile che il capo dello Stato abbia conosciuto quelle parole leggendole sulle agenzie di stampa, perché non darle retta?
Nelle settimane scorse scrivemmo dell'utilità di un santo baratto: Berlusconi si dimette da senatore e Napolitano contestualmente gli dà la grazia. Oggi le cose sono più complicate. Dimettendosi da senatore, Berlusconi riconoscerebbe la sentenza (riconoscerla è cosa diversa dalla necessità di subirla) e questo gli impedirebbe probabilmente di ricorrere alla Corte di giustizia dell'Aia. Si dice inoltre che Napolitano al massimo potrebbe abrogargli la pena principale (la detenzione), ma non quella accessoria (l'interdizione dagli uffici pubblici). Anche se c'è un precedente: Franco Nicolazzi, segretario del Psdi e per otto anni ministro dei Lavori Pubblici, fu condannato per concussione e tre anni fa Napolitano gli ha restituito il diritto di votare, ma non di essere votato (In ogni caso, il potere d'intervento del Quirinale c'è).
Con una grazia limitata, Berlusconi non avrebbe interesse alcuno a «umiliarsi», come dice lui. Meglio farsi nove mesi di servizi sociali e trasformarli in una gigantesca campagna elettorale. Qui si aprirebbe un'altra questione. La persona da rieducare dipende totalmente dal giudice di sorveglianza che può discrezionalmente concedergli o negargli i permessi. È difficile che gli neghi il diritto di ricevere, nelle ore libere dalla «rieducazione», i dirigenti del suo partito. Ma quanta attività pubblica potrebbe fare? Quante interviste? Quanti messaggi televisivi? Non ci sono precedenti né per il giudice né per l'affidato in prova. Scontati i nove mesi, Berlusconi sarebbe di nuovo un libero cittadino, senza tuttavia potersi candidare, ma con la possibilità di restare il leader operativo del suo partito (Ma se fosse condannato nel processo Ruby, andrebbe in prigione, non essendo previsti i domiciliari per la prostituzione minorile e in più perderebbe il condono di tre anni assicuratogli nel processo Mediaset).
In assenza di fatti nuovi, il governo rischia seriamente di cadere e questo sarebbe un colpo tremendo per un paese che già con molta fatica cerca di agganciare la ripresa. Si dice che Napolitano non concederebbe mai le elezioni anticipate a Berlusconi, senza che prima si sia modificata la legge elettorale. La finestra del 24 novembre si chiuderebbe per riaprirsi a marzo. Fino ad allora il governo Letta diventerebbe bis, sostenuto dai quattro senatori a vita, da qualche grillino deluso e qualche altro cane sciolto. Sarebbe un governo debole e un regalo al PdL perché dovrebbe assumersi da solo gli oneri della manovra di fine anno.
Paradossalmente perciò - se si andasse alla crisi - anche al Pd converrebbe votare prima, mentre non è certo che l'intero elettorato del Pdl accetti elezioni anticipate solo in funzione della sorte di Berlusconi. Si tratta ovviamente di scenari immaginifici e infausti che assomigliano alla guerra delle Falkland tra Gran Bretagna e Argentina del 1982. Tutti pensavano che qualcuno avrebbe fermato la flotta inglese prima che sparasse la prima cannonata e invece nessuno ci riuscì. È davvero inevitabile importare uno scenario così disastroso?

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