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Esposto di Crocetta, dove dobbiamo arrivare?

Non si era mai visto, in quasi settant’anni di storia dell'Autonomia, un Presidente della Regione che denuncia personalmente un dipendente infedele. È accaduto ieri. Crocetta ha annunciato che, come rappresentante istituzionale, porterà in tribunale un «colletto bianco» accusato per una spesa di quasi 50 mila euro legata a un viaggio all'estero mai saldato. Attendiamo gli sviluppi delle indagini e le verifiche sulle fondatezze delle accuse. Ma il caso fa subito clamore. E non basta. C’è il dubbio assai pesante che non sia un episodio isolato perché, come lamenta il Presidente “qui nessuno controlla”. Stando così le cose, la truffa rischia di essere all’ordine del giorno.
A questo punto, però, Crocetta non può fermarsi. La rivoluzione morale non può avere zone d’ombra. Se ci sono altri casi, vanno denunciati ugualmente. Già adesso le parole del Presidente mettono in luce due aspetti sui quali, peraltro, tante volte su queste colonne avevamo richiamato l’attenzione. Il primo riguarda l’istituzione: senza un intervento di bonifica radicale l’amministrazione resta esposta a qualunque tipo di truffa e di raggiro da parte di dipendenti infedeli. In secondo luogo è necessario che i sistemi di controllo divengano più stringenti. A esercitarli, però, deve essere la burocrazia interna, come accade con l’auditing di qualunque impresa privata. Non è possibile, tutte le volte, aspettare l’intervento della magistratura. Bisogna prevenire più ancora che reprimere.
Per arrivare a questo obiettivo è necessario adottare delle procedure di sorveglianza sulla macchina burocratica che, evidentemente, non esistono ancora o sono molto lacunose. Ma soprattutto serve trasparenza. La Regione deve diventare una casa di vetro nella quale tutti possono guardare. Solo la vigilanza sociale può imporre comportamenti corretti all’interno dei palazzi. Fra l’altro la tecnologia oggi semplifica il lavoro: vanno messe in rete spese, consulenze, rendiconti, curriculum, compensi. Insomma tutto quanto serve per stabilire la correttezza dei comportamenti. Tutti i cittadini devono avere la possibilità di controllare la gestione amministrativa. Ma anche le carriere devono diventare trasparenti.. Vanno resi noti i requisiti e i meriti che determinano la promozione. Primi fra tutti, la capacità di gestire in maniera efficiente i servizi ai cittadini. Solo così sarà possibile evitare che tutta la Regione si trasformi in un gigantesco Ciapi (l'ente al centro dell'inchiesta che ha portato a 17 arresti), secondo l'azzeccata battuta lanciata ieri da Crocetta. Azzeccata ma davvero triste. Con la gente che si chiede: ma dove vogliamo arrivare?

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