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Strade pericolose, scarsa educazione

Lo studio del codice della strada va fatto a scuola: lasciare l’auto sulle strisce pedonali, sui passaggi riservati ai disabili, non indossare il casco e altre scempiaggini del genere, non sono solo infrazioni. Fanno parte di quel codice morale che non può essere demandato solo alle scuole guida

Una cosa è certa: chi si mette alla guida per la prima volta è più incline a non rispettare il codice della strada. Cercare la motivazione solo nell’irruenza dell’età è sbagliato e finisce con l’assolvere i tanti che hanno precise responsabilità. Perché le cattive abitudini, col passare degli anni, si attenuano ma non cambiano. Almeno, così emerge dallo studio fatto sulle patenti a punti.
Analisi che rende lampante un problema del tutto italiano: la formazione dei patentati. Di fatto affidata solo alle scuole guida. Basta? A giudicare dallo studio, no.
Emerge con chiarezza che serve altro. Che la vera formazione va fatta a scuola. Dove lo studio del codice della strada deve essere un tutt’uno con l’insegnamento dell’educazione civica. Perché lasciare l’auto sulle strisce pedonali, sui passaggi riservati ai disabili, non indossare il casco e altre scempiaggini del genere, non sono solo infrazioni del codice stradale. Fanno parte invece, di quel codice morale che non può essere demandato solo alle scuole guida.
Non è nemmeno consolatorio apprendere che i peggiori al volante vivono al Nord e che al Sud, soprattutto in Sicilia, la situazione è migliore. Consentiteci un dubbio: ma al Sud si fanno gli stessi controlli che al Nord?
Come dire che in Trentino sono molti di più gli automobilisti che sfrecciano nelle corsie preferenziali incuranti dei divieti, centauri che si piazzano sulle strisce quando il semaforo è rosso. Sarà, ma è un po’ difficile crederlo.

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