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Così antico, così nuovo

Con un colpo di fantasia, Napolitano risuscita un governo morto, quello guidato da Mario Monti, da lui inventato nel novembre scorso. E lega l’azione del governo vecchio con il parlamento nuovo. Superato il vuoto, si può pensare al dopo. La mossa di Napolitano dovrebbe rassicurare i mercati e le cancellerie europee

Si era allo stallo. Nella notte tra ieri e oggi, il brivido del baratro. Le cronache rimandavano le immagini di un Capo dello Stato arrancante. Nell'impossibilità di cucire una rete sfilacciata. Nel sabato di Pasqua il colpo d'ala. Il vuoto riempito da una novità che non trova precedenti.
Con un colpo di fantasia, Napolitano risuscita un governo morto, quello guidato da Mario Monti, da lui inventato nel novembre scorso («dimissionario» ma «non sfiduciato»). E lega l’azione del governo vecchio con il parlamento nuovo.
Superato il vuoto, si può pensare al dopo. Non prospetta (almeno non ne parla) un mandato per un governo di emergenza («del presidente», «di scopo», «istituzionale»). Anzi, si libera dall'impaccio delle formule. Punta ai programmi la cui elaborazione affida a due «comitati ristretti». Del loro lavoro si avvarrá il suo successore (non lui, stando a quel che dice) per superare la crisi.
Adesso sul presidente piovono a cascata i sì. Da parte di tutti. Persino dalla Ue. Si resta nella crisi. Le prospettive permangono incerte. Ma si esce dall'affanno. Un respiro nuovo spingerà il corso delle cose. Il contesto subisce ora una mutazione positiva. Imprevedibile sino a qualche giorno fa.
Intanto si è ad una provvidenziale riapertura di spazi politici che sembravano chiusi. Si esce dalla miseria delle formule e degli equilibri cui i partiti, a corto di qualità e lungimiranza, avevano appiattito tutto. Ora «le cose da fare» occupano il centro della scena. E si deve costruire quel programma minimo per avviare riforma elettorale e tutela dei conti pubblici, aggiustamenti europei sul fiscal compact e misure per il lavoro, pagamenti alle imprese e correzioni dello stato sociale. Nel Paese dove continuano a flettere consumi, produzione e occupazione. Dai programmi condivisi si va alle formule di governo e coalizioni. Non viceversa. Una svolta. La mossa di Napolitano dovrebbe rassicurare i mercati e le cancellerie europee. L'immagine del vuoto in Italia allarmava molto. Non dimentichiamo che lo stesso Obama chiedeva in queste ore di far presto. Preoccupato, non meno dei leader europei, di una Italia senza bussole istituzionali funzionanti.
Se il gioco si sblocca, adesso, si pongono una considerazione e un auspicio. Si conferma intanto il profilo basso in cui i partiti hanno spinto la politica. Consapevoli della loro crisi, non riescono a rigenerare il rapporto con la gente. E si rinchiudono nei loro riti, producendo impotenze conosciute. Provano a rincorrere il nuovo e si ritrovano ai vecchi giochi dei veti incrociati. Ma c'è uno spirito della ragione che, fortunatamente, agisce quando l'emergenza appare senza sbocchi. Le situazioni difficili, talora o spesso, producono gli uomini in grado di affrontarle. Giorgio Napolitano, nella nostra difficile congiuntura, è uno di questi. Il politico più antico (e di maggior spessore) ma dotato della fantasia creativa che genera novità inimmaginabili.
Non sappiamo in quali condizioni sarà possibile trovare intese per un Capo dello Stato che possa succedere a lui garantendo tutti. Perchè la complessità delle forze in gioco riempie il contesto politico di difficoltà che non hanno precedenti. A giudicare dai nomi dei saggi, vediamo Napolitano muovere verso soluzioni da unitá nazionale o grandi coalizioni. Insieme a tecnici di valore, esponenti autorevoli dei partiti maggiori. Non sappiamo se dentro questi comitati possano formarsi solo agende di programmi oppure organici di governo e, perchè no, candidature al Quirinale. Non sappiano se in questi nuovi spazi si prefigureranno governi ombra. Ma non possiamo non dire, in questo quadro, che non ci sarebbe sicurezza migliore se Giorgio Napolitano potesse restare seduto sul trono del Colle. Certo, ha detto e ripetuto di non essere disposto. Ma il parlamento, con un voto chiaro, può a sua volta ripetere che il Paese ha bisogno di lui. Se molte novità sono oggi desiderate nella politica dell'Italia, questa lo appare più di altre. [email protected]

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