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Dopo-Monti: Chi se non Mario?

In dieci mesi ha messo in campo novità senza precedenti. Ma spaventano le liti tra i partiti

di NINO SUNSERI

Cosa succede in Italia dopo la fine della legislatura? Chi sarà il prossimo premier e soprattutto rispetterà il nuovo governo gli impegni presi dal governo Monti? I prossimi mesi si giocheranno attorno a questi interrogativi. La Bce ha messo sul tavolo le carte: è pronta a sostenere il debito pubblico dei Paesi in difficoltà. Tuttavia pone delle condizioni.
I governi che chiedono aiuto dovranno accettare precisi vincoli. Il dissenso ormai esplicito alla politica della Banca Centrale Europea è un indizio della preoccupazione tedesca. Prima Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, poi Jürgen Stark, ex sottosegretario all'economia e ex capo economista della Deutsche Bank hanno condannato il piano di salvataggio preparato da Draghi. «Ci stiamo avvicinando al finanziamento degli Stati», ha detto Weidmann votando contro Draghi.
Rimane la paura tedesca che i paesi periferici dell'Europa smettano di realizzare il percorso di rigore da quando inizieranno ad arrivare i soldi della Bce. Salvare l'euro è fuori discussione a Berlino e nessuno parla al momento di un pericolo di intossicazione per l'Italia come un anno fa. Da gennaio la Germania e l'Italia si erano di nuovo avvicinate, basta ricordare che la cancelliera auspicava molto un Presidente del Consiglio di nome Monti. Ma da poco il clima bilaterale è meno armonioso. Più che altro irrita la situazione politica in Italia. Spaventa il possibile ritorno di Silvio Berlusconi. I litigi tra i partiti che sostengono il governo Monti e la querelle sulla riforma elettorale sono percepiti con preoccupazione.
L'unica garanzia di cui disponiamo in questo momento è la figura di Monti e il suo ruolo istituzionale. Questo non vuol dire santificarlo. L'attuale governo, accanto a cose sicuramente positive (la riforma delle pensioni), ha commesso degli errori (molte tasse e pochi tagli) e ha perso importanti occasioni (la riforma del lavoro). Tuttavia in dieci mesi ha messo in campo delle novità come mai accaduto nei vent'anni precedenti. Il grado di credibilità del nostro premier è altissima.
Probabilmente, in questo momento, è l'uomo di governo più affidabile di tutta Europa. Più ancora della signora Merkel che, ad un anno dalle elezioni, è costretta a fare lo slalom tra le diverse anime del suo elettorato. Ciò spiega la nascita di un «partito» del Monti- bis, che ieri ha raccolto autorevoli voci tra gli imprenditori e l'Udc. Ecco perché ormai Monti deve essere considerato, a tutti gli effetti, una risorsa della Repubblica. Una figura da spendere nelle condizioni e nella collocazione migliore per il futuro del Paese.

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