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Fragalà e la verità che non arriva

Egregio Direttore,
non so se è legittimo sentirsi un po’ meravigliato e offeso per lo stipendio del capo della polizia Antonio Manganelli, il quale per la propria attività professionale guadagna oltre 600 mila euro. Certo, ad ognuno di noi una cifra di questa portata ci spinge, forse irrazionalmente e un po’ per invidia, a scandalizzarci. Mi chiedo, però, se dallo “stipendio” del dottor Manganelli esca efficace quella professione che svolge sul fronte dell’ordine pubblico e dell’anticrimine per giustificare e gratificare un equo compenso. Perché questa mia osservazione? Ricordo, in occasione del funerale dell’avvocato Enzo Fragalà brutalmente ucciso (in questi giorni ricorre il secondo anno di quel tragico episodio), che il capo della Polizia esternò che presto gli organi investigativi avrebbero acchiappato la verità arrestando l’infame o gli infami. Invece, come spesso accade in questa città, nessuno finora ci ha dato la notizia che un guizzo investigativo o un intuito professionale ha risolto quel penoso caso. A questo punto mi sorge il tremendo e triste dubbio che davanti a emolumenti di quella portata trascinino la mente dell’uomo a distrarsi un po’ rifugiandosi nell’ovattata vita privata tralasciando magari nell’oblio fatti gravissimi perché i palermitani tutti hanno il diritto di “incassare” nella propria coscienza un barlume di dovuta verità.
Davide Martinez

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