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L'indifferenza nella città che fu "felicissima"

Gentile direttore,
durante la mia solita visita o meglio definirlo pellegrinaggio a piedi della mia città, ho visto. Ho visto Palermo bella e magica, le sue strade antiche e i mercati. Ho visto Palermo tra mare e montagna, baciata miracolosamente da un sole invernale, adagiata, sicura della sua antica bellezza, come una donna stanca dal trucco sfatto e approssimativo. Ho visto Palermo con suoi monumenti inaccessibili, chiusi al pubblico. Ancor peggio chiuso ai turisti, che si guardano esterrefatti, chiedendosi il perché di tale scempio. Ho visto le “balate”, vanto dell’architettura palermitana, distrutte dal traffico cittadino. Ho visto una città che per dare lavoro ai suoi giovani si inventa improbabili biglietti di accesso alle chiese più antiche. Che vergogna !!! Ho visto la mia città sventrata nel suo cuore pulsante da lavori di rifacimento del piano stradale, interminabili. Ho visto lordure e immondizie sui monumenti più belli e antichi. Ho visto e mi sono vergognata, mentre conducevo amici “stranieri” in giro per la città, della sua miseria e del suo decadimento. Ho visto, ed è la motivazione per cui scrivo, un barbone che ha letteralmente costruito la sua casa sulle antiche mura puniche della città a 50 metri dal Palazzo del Municipio, proprio sotto la chiesa di S. Cataldo in via Maqueda. Indignata ho chiesto ai vigili di picchetto al palazzo del sindaco, la risposta è stata “Faremo segnalazione”. Ma la cosa che mi addolora di più è l’indifferenza in cui tutto ciò avviene. L’indifferenza della città verso se stessa. L’indifferenza verso la distruzione sistematica della città. Eppure fu “felicissima”.
Sono orgogliosamente palermitana, ma non di quelle che si sentono tali solo quando vince la squadra cittadina. E quindi mi chiedo dove è finito il nostro orgoglio cittadino?
Impietoso oggi il Genio cittadino mi guardava dalla sua fontana sporca e piena di immondizie! Eppure credevamo di essere gli abitanti “felici” della capitale del mondo, così come è espresso in una targa di marmo posta nel portico della nostra cattedrale : Prima sedes, corona regis, regni caput.
Indignatamente
Rosa Alba Bellante

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