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Palermo, l'illegalità sta diventando regola

Prima Gesip, poi Amia, adesso Amat. Uno sciopero non annunciato, dunque illegittimo e abusivo, che ha colpito le fasce più deboli, anziani e piccoli lavoratori, che hanno la "colpa" di non potersi permettere un mezzo privato per muoversi. Reclamare uno stipendio è sacrosanto ma la forma è sbagliata

PALERMO. Prima Gesip, poi Amia, adesso Amat. Prima uffici sporchi, impianti sportivi chiusi, giardini a secco e tumulazioni ferme nei cimiteri. Poi cassonetti stracolmi e città immersa nell’immondizia. Ieri, infine, l’ennesimo tiro mancino della malamministrazione e dell’irresponsabilità contro la città: che si è svegliata senza gli autobus. Uno sciopero non annunciato, dunque illegittimo e abusivo, che ha colpito soprattutto le fasce più deboli, gli anziani o i piccoli lavoratori. Tutti coloro, cioè, che hanno la «colpa» di non potersi permettere un mezzo privato per muoversi.



Certo, reclamare uno stipendio è sacrosanto e protestare per il mancato arrivo è legittimo. Ma i dipendenti dell’Amat hanno sbagliato la forma (non si fa uno sciopero senza preavviso) e l’obiettivo (a chi l’hanno fatta pagare?), i sindacati non li controllano e provano a rimontare, i vertici dell’azienda addirittura li giustificano e il Comune annaspa nelle sue casse vuote. Oggi si replica. Nella città dell’emergenza ordinaria, l’illegalità e l’inefficienza sono ormai la regola.

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