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Immigrati, i maxi-accampamenti unica risposta all'emergenza

I presidenti delle Regioni si dichiarano contrari alla realizzazione dei mega-accampamenti nei quali ospitare tutti gli immigrati che, a migliaia, stanno arrivando in Italia dal Nordafrica: chiedono infatti di fare una distinzione fra profughi e clandestini. I primi meritevoli di ospitalità e tutela, secondo le leggi internazionali. Gli altri da rispedire a casa senza perdere tempo. 
Una proposta che, in linea di principio, è assolutamente condivisibile. Ma come si fa a distinguere un clandestino da un profugo? Certo non dal colore della pelle e nemmeno dagli abiti. Tanto meno dalle loro dichiarazioni. Conoscendo come stanno le cose, gli immigrati stanno cominciando ad adeguarsi.
Nei giorni scorsi una settantina di fuggiaschi sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Per non essere rispediti a casa hanno giurato di essere cittadini libici. Come tali chiedevano asilo e protezione. Successivi accertamenti hanno fatto venire alla luce la verità: si trattava di clandestini provenienti dall'Egitto. Dunque su di loro non pendeva nessuna minaccia da parte delle autorità nazionali.
Avevano semplicemente detto una bugia cercando il male minore. Non diversamente da Bertoldo che, condannato a morte, aveva chiesto di essere impiccato all'albero del prezzemolo. Solo Bersani non sembra aver capito. Tutti gli immigrati, in prima battuta, tendono a dichiararsi vittime di guerra. Così guadagnano tempo e, nel frattempo, cercano di trovare una via di fuga o un'altra soluzione. 
Appurare la loro reale identità comporta ricerche lunghe e costose. In questo periodo, che può durare anche settimane, che cosa facciamo di questi immigrati? Li teniamo sui barconi con cui sono arrivati o sulle navi civili che li hanno prelevati da Lampedusa? 
Purtroppo i maxi-accampamenti sono l'unica risposta possibile per fronteggiare l'emergenza creata dalla marea umana che arriva da Sud. Sostenere che esiste un'alternativa è pura demagogia.

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